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Dai murales ai racconti dei migranti: l’arte per la pace nel quartiere San Pietro

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Ridurre i pregiudizi e promuovere integrazione e coesione attraverso l’arte come strumento di relazione tra residenti di culture diverse, nel quartiere San Pietro a Forlì. Un murales, foto e racconti dei residenti – tra cui tanti migranti – per portare gli abitanti della zona a riconoscere nella multiculturalità un valore aggiunto e non motivo di scontro. Forlì Città Aperta si aggiudica il bando sulla Pace e il dialogo interreligioso della Regione Emilia Romagna e, con il contributo dell’ente, il patrocinio del Centro Donna di Forlì, la collaborazione della consigliera di parità provinciale Carla Castellucci e di altre associazioni intergenerazionali del quartiere, dà il via al progetto “Raccontare l’umano”, serie di incontri e workshop volti a creare coesione (foto di Filippo Venturi).

Il quartiere San Pietro a Forlì si distingue per l’elevata multiculturalità residenziale: negli ultimi mesi si è assistito a un peggioramento dei rapporti interculturali e interreligiosi dovuti a un inasprimento dei toni del dialogo politico e al verificarsi di atti di razzismo finiti sulle cronache locali. Serviva uno strumento di pace capace di promuovere l’integrazione e lo scambio di conoscenza: l’arte, partendo dai murales realizzati sulle pareti dell’ex fabbrica Battistini dall’artista Marcello Di Camillo nel 2020, frutto di alcune storie raccolte nel quartiere, e dallo sviluppo di altre reti attivate nel quartiere con altre associazioni.

Il progetto, già avviato nelle scorse settimane, prevede: la ricerca di informazioni e aneddoti sulla storia del quartiere e dei suoi abitanti, a partire dalle suggestioni dei murales che narrano tra le altre cose episodi legati agli scioperi delle donne durante l’ultima guerra, in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza di Forlì Cesena; tre workshop di narrazione e storytelling rivolti ad abitanti del quartiere italiani e stranieri adulti e ragazzi, partendo dalle memorie raccolte tra chi ha un passato migratorio, in collaborazione con l’associazione La Volpe e la Rosa e il Comitato scarpe spaiate; un workshop di fotografia rivolto a giovani italiani e stranieri e finalizzato a promuovere l’incontro interculturale, per combattere la povertà educativa e produrre contenuti visivi per la narrazione digitale. Il tutto sarà poi consultabile sulla piattaforma web “Piazzetta delle operaie” dai primi di dicembre.

Il progetto comprende anche la collaborazione con il Comitato scarpe Spaiate in merito alla realizzazione di un murales con focus sul mondo del lavoro femminile dai tempi della Battistini fino ad arrivare ad oggi realizzato con il patrocinio del Centro Donna di Forlì in sinergia con Carla Castellucci consigliera di parità. Il tutto per ribadire come l’arte sia in grado di aprire le porte e creare isole in cui incontrarsi come già avvenuto nei mesi scorsi sotto i porticati dell’ex fabbrica Battistini dove le storie delle centinaia di operaie che hanno popolato quelle stanze nei decenni passati si mischiano ai racconti della varia umanità che ha incrociato il quartiere negli anni a venire.