La “pianta civica” rappresentante il centro sinistra gattese non ha attecchito, il candidato sindaco Matteo Pivato e la sua nuova squadra hanno perso le elezioni comunali. La causa di questa sconfitta però sta nelle esili radici politiche che la sinistra gattese da decenni non ha sviluppato nei cuori degli elettori. E dire che prima dell’arrivo dell’uscente sindaco di centrodestra Gianluca Vincenzi, il Comune di Gatteo è sempre stato amministrato dalla sinistra e dalle sue evoluzioni. Dopodiché non c’è stata più partita. Le ragioni di una sconfitta partono però da lontano e cioè da una tiepida divulgazione mediatica da parte dell’opposizione delle eventuali inadeguatezze amministrative. Troppo poco per sviluppare radici politiche alternative nei cuori dei gattesi. In questi 10 anni il cittadino ha visto principalmente, da una parte l’azione politica di Vincenzi&Co e dall’altra poco o nulla che potesse incendiare il dibattito politico. Va detto che all’opposizione, insieme alla coalizione di centrosinistra, c’erano pure i 5 stelle, ma in questo caso l’azione politica dei pentastellati, quelli che dovevano “rovesciare il tavolo”, non è stata rilevata nemmeno dal metodo del carbonio 14. Ma il PD locale o in generale la sinistra gattese, da tempo non riesce a coltivare una decente classe politica, almeno da 20 anni. Non a caso non presenta una sua lista a sostegno del candidato sindaco da lustri. I risultati poi si vedono ma nessun dirigente per questo sfascio politico si dimette.
La squadra di Pivato è dunque partita da una situazione di svantaggio rispetto a quella collaudata e riproposta sostanzialmente identica da Roberto Pari in quella che è di fatto una mera continuazione politico amministrativa della “banda Vincenzi”. Una squadra, quella di Vincenzi, che ha prodotto cambiamenti certamente criticabili, ma non certo irrilevanti per la vita della comunità. Dei “Vincenzi Boys” tutto si può dire ma non che ha peccato d’immobilità politico amministrativa. Ma a rilevare che non tutte le ciambelle fossero venute con il buco è mancata lo scorso mandato, una incalzante e preparata opposizione. Anche se, ad onore del vero, molti, anzi troppi cittadini restano disinteressati alla politica locale. Il dato dell’astensionismo al 46% ne è la prova. Sono stati infatti 3.811 i votanti, pari al 51,87 % degli aventi diritto, ma i delusi, i disinteressati e i cittadini politicamente amorfi, rappresentano quasi la metà dell’elettorato. Un dato su cui riflettere.
La squadra di Pivato durante la campagna elettorale però ci ha messo anche del suo, non ha infatti saputo esprimere un’offerta politica fatta di contenuti precisi, palpabili, dettagliati. Il programma di 6 pagine oltre che vago è aggravato per la banalità di essere condivisibile da ogni organismo vivente della terra, il mio gatto leggendolo ha infatti esclamato: maaao! Piste ciclabile, attenzione al sociale, cultura, verde pubblico, regolamento per le antenne una favola a lieto fine senza toccare punti divisivi, o almeno offrenti una sterzata politica radicale. Eppure ce ne sarebbero.
Penso per esempio al tema della mobilità, dell’urbanizzazione e pure del turismo con proposte dirompenti ma dettagliate su come per esempio, trasformare in estate Gatteo Mare parzialmente senz’auto con un programma ad orari limitati per i fornitori o introducendo aree sosta convertite allo scarico e alla sosta a due ruote rivedendo le strisce blu. Sulla polemica poi dell’area sosta dei pullman turistici, che occuperebbe una parte del parco di Gatteo Mare 2, sarebbe servita un’idea diversa e geniale a quella messa in campo da Pari, idea che lasciasse comunque fuori da Lilliput Mare questi grandi ed ingombranti mezzi.
Sull’urbanizzazione ed il consumo del suolo, anziché scimmiottare la già irrealizzabile Apea a Gatteo, affermare magari che durante il mandato non si sarebbe fatto un centimetro di cemento in più rispetto a quello già esistente, quindi solo ed esclusivamente ristrutturazioni del vecchio e senza aumenti di cubature. Sbam! La critica poi alla totale assenza di spiaggia libera, unico caso in Italia, avrebbe dovuto essere seguita dall’annuncio che dopo la probabile attuazione della direttiva Bolkestein dall’attuale governo, che tra l’altro poche settimane fa la messa in decreto, verrà fatta sorgere rimettendo meno concessioni balneari all’asta rispetto alle attuali al fine di ritagliare nel comune 50, 60 o 70 metri di spiaggia gratuita. La proposta “shock” fatta in primavera di piantare un albero al giorno, meritava una contestualizzazione che la elevasse dalla banalità della sua retorica intrinseca da “Cavalieri dell’ambiente de’ noantri”. Alberi al posto di cosa? Delle strisce blu che negli ultimi vent’anni hanno fatte scomparire più di 100 pini? Fatta così è solo una proposta “Sciòc”.
Se la cultura sta a sinistra, Pivato non ha sfruttato come meritava quella che due anni fa è diventata un’occasione storica ed unica del Comune. Gli eccezionali ritrovamenti romani, sebbene di competenza dei beni culturali, avrebbero dovuto essere corroborati da idee ed iniziative di contorno che avrebbero dovuto occupare l’intero programma elettorale e quindi politico amministrativo. Un lavoro certosino con progetti che potessero valorizzare ogni qualsivoglia intervento da parte dei beni culturali o anticiparne gli sviluppi mettendo in campo idee e risorse. Un progetto di prospettiva per valorizzare tale scoperta era doveroso, fosse anche rivoluzionando la festa romana, che a mio avviso ha ancora, sebbene migliorata anno dopo anno, un potenziale enorme. A proposito dell’arena da costruire nei pressi della foce, è bene ricordare che quel luogo è esondabile ed è vietata ogni costruzione “fissa”, ma il tema dell’asta del Rubicone era un’altra “cartuccia da sparare” che però non ha avuto un progetto “visionario che un’area come quella meriterebbe. Troppo vago per chi si prefissava di disarcionare il “cavaliere di centrodestra” che in questi ultimi 10 anni di progetti, belli o brutti, ne ha messi in campo parecchi.
La giunta uscente ha poi mantenuto il piatto sempre caldo, mediaticamente era spesso sui giornali, sul web con una certa continuità mentre il centrosinistra poco sulla stampa poco e solo ultimamente sul web e allo stato gassoso nelle piazze. Pivato&Co. nemmeno in campagna elettorale sono stati martellanti, a parte qualche polemicuccia da bar ma silenti su quelle di spessore. Ma per una squadra che vuole guidare il Comune la contrapposizione deve essere dura, cruda e straripante di idee. Inoltre avrebbe dovuto iniziare molto prima e non l’ultimo mese o giù di lì. Con l’aggravante che il sostegno di Italia Viva ricevuto e propagandato sui giornali, non è stata certo un’idea lungimirante, farsi sostenere dall’antipatia del nulla%, è masochismo puro. Io poi azzarderei che pure il sostegno del PD sia stato un “compromesso” al ribasso. Spacciandosi come lista civica staccata dalla politica partitica ma accettando al contempo di prendere quei voti, non ha fatto i conti con l’oste e cioè lo stato in cui versa il PD gattese. A Cesenatico, per fare un esempio, Matteo Gozzoli ha vinto grazie ai voti della lista targata PD a lui affiancata, la quale ha raccolto oltre i 50% dei suoi consensi. Il PD locale non fa una lista sua perché così facendo, ad urne chiuse, si conterebbero i voti di un partito che a “Gattolandia” è di fatto evaporato. Non trovare poi imprenditori, professionisti e personaggi pubblici locali per fare una lista PD che possa tirare la carretta dei consensi è emblematico. Urgerebbe una riflessione.
Riguardo alla giunta uscente capeggiata da “Goldrake Vincenzi”, per non offrire in questo articolo una critica a senso unico, aggiungo che sarebbero state diverse in campagna elettorale le obbiezioni che avrebbero dovuto incendiare il dibattito pubblico ed offrire discontinuità agli elettori, perché intendiamoci, il centrodestra è stato nuovamente premiato dai cittadini, ma anche la giunta Vincenzi ha commesso errori o preso decisioni discutibili realizzando qualche ciambella senza il buco. Ne cito solo alcune perché tutto è sempre migliorabile ed è solo dalla contrapposizione che il miglioramento può avvenire: la ciclabile farlocca di via Rubicone non è altro che una strada il cui manto disastrato è stato asfaltato. Ma una pista non protetta con scelte radicali e strutturali oltre a non essere di fatto una ciclabile diventa più pericolosa di quanto fosse prima. I cartelli con i limiti dei 50 non bastano ad arginare i “Senna locali”. Oggi quella pseudo ciclabile è utilizzata ma le tante curve e la vegetazione associata alla velocità con cui le auto tagliano quelle curve, la rendono molto pericolosa per i ciclisti. Un progetto di facciata che un’opposizione vera o una squadra di governo nuova avrebbero dovuto distruggere politicamente rimarcandone i difetti. Sulla mobilità di Gatteo Mare restano alcuni problemi ormai cronici, il primo è il parcheggio selvaggio e ventennale sul lungomare e dire che con un cordolo si risolverebbero alcune nefandezze.
La sosta perenne nel parcheggio gratuito e sui marciapiedi di via Europa con accanto il multipiano semivuoto resta un altro problema mai affrontato perché divisivo. C’è chi mette il furgone lì a maggio e lo lascia fino a settembre, ma parcheggio gratuito non significa privato, urge da tempo una soluzione politica, magari viste le difficoltà, chiedendo aiuto alla Nasa. Sulla balneazione resta un mistero la chiusura permanente effettuata ad agosto dai carabinieri dello specchio d’acqua a lato della foce del Rubicone; stiamo parlando di un’area turistica balneare che interessa in maniera diretta 3 stabilimenti balneari ed altri 3 o 4 indirettamente. Questo fatto non è una bazzecola e va risolto o comunque affrontato. A Gatteo il rifacimento di piazza Vesi è discutibile se non altro perché quella piazza è stata rifatta pochi anni fa e il nuovo progetto non rivoluziona certo quello che c’era prima. Sull’inquinamento acustico causato dalla pulizia delle strade alle 5,30 del mattino in una località a vocazione turistica, stenderei un velo pietoso se poi accanto a questi fatti quotidiani ci mettiamo le giuste multe fatte a chi è partito l’allarme dell’auto per ore, ingiustizia è fatta. Ma la democrazia ha fatto il suo corso e l’abilità e la capacità politica della giunta uscente ha garantito fiducia e quindi continuità amministrativa al nuovo sindaco Roberto Pari. Se Pari metterà a frutto l’esperienza precedente e cioè costruire attorno a sé una squadra di persone valide che lo aiutino nelle inevitabili difficoltà che la politica amministrativa comporta, il suo mandato amministrativo sarà più facile. Se poi ci fosse finalmente una opposizione degna e capace di costringerlo a dare il meglio di sé e quindi sbagliare il meno possibile, l’intera comunità gattese avrebbe fatto politicamente bingo.