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Bandita la caccia alla tortora. Pompignoli: «A farne le spese sempre i cacciatori»

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Con una delibera d’urgenza, a pochi giorni dalla preapertura e su pressante indicazione del Ministero e di Ispra, la regione Emilia-Romagna ha deciso di escludere dalle specie cacciabili del calendario venatorio la tortora selvatica, facendo l’ennesimo sgarbo alla categoria dei cacciatori. È vergognoso – accusa il consigliere regionale della Lega Massimiliano Pompignolisarebbe molto più onesto, da parte di chi ha assunto questa decisione e di chi non sa fare altro che notificare avvertimenti, ammettere che difendere i cacciatori è politicamente scomodo, che è molto più facile e popolare prestare il fianco ai trucchetti delle associazioni animaliste, sempre più abili a sfruttare per i propri scopi le maglie della giustizia amministrativa e che è molto più semplice porre dei divieti (l’ennesimo), piuttosto che utilizzare il buon senso e ragionare in termini di equilibri“.

La verità e che si poteva ricercare un compromesso tenuto conto, tra le altre cose, della mancanza di un piano nazionale di gestione della specie, da adottare in sede di conferenza Stato- Regioni, e dello sforzo già effettuato dalla nostra regione in termini di prelievo. L’Emilia-Romagna, infatti, con riferimento alla tortora selvatica e sempre su indicazione di Ispra, aveva già provveduto a ridurre il carniere giornaliero da 15 a 5 capi, confermando la forma esclusiva dell’appostamento. Insomma – conclude Pompignoli – si potevano combattere i pregiudizi e, per una volta, stare dalla parte di chi esercita la caccia per passione e tradizione contribuendo, con la propria attività, al mantenimento degli equilibri della fauna selvatica”.