Fra Bagnolo e Carpinello, lungo la via Cervese, fino a poche settimane fa, c’era una quercia, una farnia che con la sua ampia chioma regalava ombra e bellezza. Aveva un tronco che misurava 70 cm di diametro con una circonferenza di 220 cm. Per mesi la strada è stata chiusa per lavori ma alla sua riapertura un’incredibile sorpresa: la quercia non c’era più.
“La quercia di Bagnolo era sana, bella, forte non sembra vi fossero motivi tali da giustificarne l’abbattimento, tanto più che si trattava di un albero posto su un’area pubblica, in adiacenza di una recinzione di una casa privata, ben distante dalla sede stradale, ai margini interni di un’ampia banchina. Se la salute non può essere la motivazione, non può esserlo nemmeno la sicurezza stradale all’accesso sulla cervese. L’accesso carrabile è posto lungo un rettilineo di oltre 2 km con una ampissima visibilità in direzione Cervia, mentre in direzione Bagnolo sarebbe stato sufficiente posizionare uno specchio per garantire l’allargamento del già ampio fascio visivo, in caso di dubbi” si domanda Alessandro Ronchi di Europa Verde Forlì-Cesena.
“Intendiamo quindi porre alcune domande a chi pare avere competenze nell’abbattimento di un’alberatura di proprietà pubblica, a cominciare dal sindaco, per sapere se è stata presentata regolare e documentata richiesta di abbattimento, se l’autorizzazione prevista è stata rilasciata e di conoscere chi avrebbe certificato il motivo dell’abbattimento. Chiediamo al Presidente della Provincia di sapere se l’ente proprietario della strada è intervenuto nella fase autorizzativa, se sono state richieste compensazioni adeguate. Poiché l’abbattimento della quercia di Bagnolo, avvenuto durante il periodo di interruzione del transito, pare essersi verificato in un periodo di nidificazione, vorremmo sapere se e quali misure sono state adottate per impedire la distruzione di nidi, assai probabile vista l’ampiezza della chioma della quercia. Infine riteniamo che tutti i cittadini siano interessati a conoscere chi ha effettuato il taglio e da chi sia stato pagato, dal privato proprietario che avrebbe potuto avere interesse all’abbattimento o se questo sia stato effettuato utilizzando risorse pubbliche? Abbiamo girato la nostra segnalazione anche al Comando dei Vigili del Fuoco, a quello della Polizia Provinciale e alla locale stazione dei Carabinieri forestali” conclude Alessandro Ronchi.