inceneritore Forlì

«La mozione va nella direzione giusta – commentano in una nota i Dem -. A gennaio abbiamo presentato una mozione che chiedeva a tutte le forze politiche di condividere un patto per l’ambiente e la salute dei cittadini in vista della scadenza dell’accordo sui termini di gestione dell’impianto di Forlì e dell’elaborazione del nuovo programma regionale di gestione dei rifiuti 2022-2027».

«A distanza di sei mesi – spiegano – la mozione che abbiamo approvato ieri ha raccolto e ribadito gli indirizzi politici che da oltre dieci anni la comunità del Partito Democratico ha perseguito, partendo dall’attenzione che diverse associazioni e numerosi cittadini hanno posto su questi temi. In pochi anni la quantità di rifiuto indifferenziato si è ridotta drasticamente, passando dalle oltre 50 mila tonnellate annue alle attuali 12 mila circa; dal punto di vista delle tariffe è possibile registrare un contenimento delle tariffe e persino una riduzione del 6.5 % per le utenze domestiche».

«Ora – continua la nota – è necessario che l’impegno dei cittadini e delle imprese del bacino forlivese trovi un giusto riconoscimento mirando all’impegno che l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha assunto con l’approvazione dell’ordine del giorno 8704 del 2019 in cui si chiede di “prevedere, nell’ambito del prossimo Piano regionale di gestione dei rifiuti, la chiusura dello stabilimento forlivese in base alla valutazione dei risultati di raccolta differenziata ottenuti col nuovo metodo di raccolta”».

«Il modello di gestione porta a porta e la tariffazione puntuale dimostrano che si possono ottenere significativi risultati economici ed ambientali e questo a vantaggio di tutta la collettività, non soltanto quella forlivese, in quanto riduce la dipendenza delle nostra comunità dallo smaltimento mediante incenerimento; è in questa direzione che va il documento approvato ieri: responsabilità ambientale, equità territoriale sempre più verso una società del post-incenerimento».

Negli ultimi mesi, i gruppi consiliari sono stati impegnati in audizioni sul tema della gestione dei rifiuti, con l’obiettivo di definire linee di indirizzo che l’Amministrazione avrebbe poi dovuto assumere in sede regionale in vista della futura approvazione del nuovo piano dei rifiuti. Sebbene da parte nostra ci sia apprezzamento per il percorso realizzato, tuttavia non abbiamo potuto nascondere le nostre perplessità sul testo infine arrivato in Consiglio. La mozione infatti ci è apparsa minimalista nell’impostazione e nei contenuti, e dunque insufficiente ad inquadrare le premesse generali del problema e le sue articolazioni, con il rischio che questa carenza di vision ostacolasse la possibilità di incidere nel confronto in sede regionale. Di conseguenza, abbiamo presentato un nostro documento, che intendevamo non alternativo ma complementare all’altro” si legge nella nota di Forlì&Co.

A nostro avviso, infatti, per allinearsi con le posizioni più avanzate in materia di gestione dei rifiuti era necessario venisse recepito esplicitamente il nuovo indirizzo comunitario che individua nella quantità di rifiuti effettivamente avviati a riciclo il parametro chiave per misurare i passi avanti verso un sistema sostenibile e che, partendo dai risultati raggiunti nella raccolta differenziata, si chiarisse che la nuova frontiera deve essere una reale riduzione del volume di rifiuti prodotti. Partendo da questi assiomi di fondo ritenevamo che il nostro territorio avrebbe dovuto premere affinché nel nuovo Piano regionale dei rifiuti (2022-27) venissero recepiti come punti cardine:
1) Uno sforzo per una effettiva riduzione della produzione dei rifiuti, promuovendo un modello centrato sull’uso efficiente delle risorse e una nuova sensibilità dei consumatori nelle scelte;
2) L’impegno ad accrescere la quota di rifiuti raccolti da avviare a riciclo, ponendosi la prospettiva di arrivare a rendere tutti i rifiuti riciclabili e riciclati.
Del resto, è solo attraverso la costruzione di un solido processo di transizione che accresca le quote di rifiuti da avviare a riciclo e ne riduca i volumi complessivamente prodotti, che si potrà portare avanti in maniera credibile l’auspicata riduzione della presenza sul territorio dei termovalorizzatori.
Chiedevamo infine che il contributo di Forlì alla discussione regionale dovesse essere ispirato ad un approccio “di governo” e porsi il fine di costruire una logica “di sistema”, avendo come punti fermi: l’autosufficienza gestionale regionale in materia di rifiuti; la ricomposizione di una visione integrata dei rifiuti urbani e speciali; la definizione di una serie di obiettivi strategici in materia di riduzione della quantità complessiva dei rifiuti prodotti e aumento della quota avviata a riciclo.
Per dare corpo a tutto ciò, abbiamo proposto che la Giunta venisse impegnata su cinque obiettivi. I primi due coinvolgevano direttamente la società Alea, che deve essere obiettivo di tutti far operare con la massima efficacia; tale risultato si può raggiungere solo avviando un percorso di consuntivazione, dati alla mano, della traiettoria percorsa dalla società a partire dal primo piano industriale di cinque anni fa, coinvolgendo le istituzioni e le varie categorie sociali in un confronto pubblico di vasta portata. Abbiamo altresì chiesto che Alea potenziasse lo sforzo formativo e di sensibilizzazione verso la collettività, sia attraverso il proprio sito sia mediante iniziative dirette ai cittadini, passaggio fondamentale per pervenire ad un largo coinvolgimento della popolazione nel processo di qualificazione ambientale del territorio.
Altri due obiettivi impegnavano il Comune a sostenere strategie per una reale diminuzione della produzione complessiva dei rifiuti sostenendo il sistema delle imprese nelle iniziative per lo sviluppo di filiere produttive improntate alla “circolarità”, all’interno di un approccio di sistema che valorizzi la prossimità e la filiera corta.
Da ultimo abbiamo chiesto che l’approccio alla discussione sul nuovo Piano regionale vedesse Forlì farsi promotrice di una visione ispirata alla consapevolezza che un nuovo modello non può essere progettato e attuato con efficienza solo guardando alla dimensione locale, ma deve impegnarsi a rendere centrali nella governance a livello regionale elementi come: l’acquisizione completa di un concetto di autosufficienza regionale sia per i rifiuti urbani che per quelli speciali, l’individuazione delle economie di scala più appropriate per la costruzione di un nuovo equilibrio dell’impiantistica, l’avvio di percorsi virtuosi volti alla riduzione del volume complessivo di rifiuti prodotti.
Purtroppo, nonostante l’importanza degli argomenti trattati e la loro centralità per costruire una visione credibile e coerente sul tema dei rifiuti, non abbiamo riscontrato interesse da parte delle forze politiche per aprire un confronto. Praticamente in assenza di dibattito, la nostra mozione è stata respinta. Allo stesso modo, nessuno dei variegati elementi di riflessione che avevamo proposto è stato recepito nell’altra mozione messa al voto.
Confermati nell’impressione di avere davanti un testo minimalista e insufficiente, privo degli elementi necessari per rappresentare un contributo dotato di adeguata visione di governo rispetto ad un tema tanto importante e complesso, non abbiamo potuto che esprimere un voto di astensione” conclude il gruppo consiliare di Forlì&Co.

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