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Acri: «I cassonetti per i vestiti usati ubicati nelle aree parrocchiali»

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I cittadini di Forlì da oggi e nei prossimi giorni noteranno la ridislocazione dei cassonetti per la raccolta dei vestiti usati che da anni erano ubicati in vari punti della città, ma che troppo spesso erano usati in maniera impropria, quale deposito di ogni sorta di rifiuto, sicuramente non dedito alla carità di concedere un secondo uso agli abiti o agli oggetti per le persona in stato di necessità, ma piuttosto per evitare di recarsi al punto di smaltimenti di Alea Ambiente per smaltire i grandi suppellettili” è il commento di Raffaele Acri di Forza Italia.

Il principio quindi per il quale i cassonetti di raccolta furono istituiti, veniva completamente stravolto trasformando i raccoglitori, quando non un pericolo per le persone che si infilavano al loro interno, per sottrarre gli abiti rischiando di rimanerne intrappolati, abbandonando poi gli scarti sulla strada, delle vere e proprie discariche a cielo aperto, svilendo agli occhi dei cittadini, il genuino e imprescindibile impegno dei preziosi volontari delle associazioni filantropiche” continua Acri.

La soluzione concordata tra il Comune per mezzo dell’assessore Petetta, accogliendo la generosa disponibilità dei parroci della Diocesi di Forlì-Bertinoro, è stata quella di collocare in prima istanza i cassonetti di raccolta della Onlus Comitato Contro la Fame nel Mondo di colore giallo, all’interno dei cortili delle parrocchie che abbiano la disponibilità di uno spazio di accoglienza. La nuova posizione dei cassonetti consentirà una discreta vigilanza, in modo da evitare gli improvvidi abbandoni e nel contempo di indurre, si spera, a donazioni che siano consone come dimensione e condizione” insiste l’esponente azzurro.

Medesime soluzioni saranno verosimilmente ricercate e concordate con le altre associazioni filantropiche che dispongono dei cassonetti di raccolta abiti sul territorio, agevolando eventualmente anche una convenzione con le aziende partecipate del Comune, per supportare la raccolta degli indumenti, in modo da rientrare totalmente e finalmente in un ambito di liceità di una attività munifica a sostegno delle fasce di popolazione in stato di necessità, evitando gli episodi di abbruttimento che trasformano dei punti di condivisa donazione, in spazi di degrado per la città” conclude Raffaele Acri.