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Di Maio: «No alla chiusura della Motorizzazione a Forlì»

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La chiusura dell’ufficio della motorizzazione civile a Forlì a dicembre 2022 sarebbe un errore. C’è il tempo per ripensare a questa scelta e fare ulteriori approfondimenti: il costo risparmiato sul canone di locazione sarebbe molto inferiore al costo sociale ed economico per il territorio“. Lo afferma il deputato romagnolo Marco Di Maio, vicepresidente vicario del gruppo Italia Viva alla Camera, dopo aver appreso martedì mattina della comunicazione formale dell’intenzione di chiudere la sede dell’ufficio Motorizzazione Civile di Forlì, collocata in via Golfarelli 86/D, a partire dal 29 dicembre 2022 per essere trasferita nella sede di Cesena di proprietà demaniale.

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: non è una questione di campanili o di egoismi territoriali – afferma il parlamentare, che già in passato si era interessato del tema, quando addirittura si tentò di anticipare la chiusura della sede Forlì rispetto al 2022 -. Il punto è che concentrare in un’unica sede servizi e prestazioni che vengono erogati attualmente a Forlì, produrrebbe disagi logistici, economici e non solo“. La comunicazione è stata inviata martedì a firma del dirigente Francesco Sebastiano Baldari, a nome della Direzione generale territoriale nord-est del Ministero delle Infrastrutture, competente per le motorizzazioni civili di Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena.

Mi sono subito attivato assieme alla collega Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti alla Camera, e in raccordo con la vice ministra Teresa Bellanova – spiega il parlamentare – per far presente l’illogicità della scelta operata dalla struttura tecnica, che peraltro sfugge alle decisioni politiche. Tuttavia il contraccolpo rischia di essere importante sulla comunità locale e continueremo a insistere sul punto“.

Presenteremo tutti gli atti formali necessari per opporci a questa decisione – annuncia il deputato, che sta predisponendo una apposita interrogazione parlamentare – ma serve utilizzare anche il buon senso che nessuna legge o decreto può imporre: sulla sede di Forlì convergono tutti i servizi principali e vengono gestiti qualche migliaio di interventi fra collaudi e revisioni che andrebbero a gravare sulla sede di Cesena in caso di chiusura della sede di via Golfarelli“.

Questo significherebbe – conclude – provocare maggiori spostamenti, maggiori costi, maggiore impiego di tempo e una diversa organizzazione per tutto l’indotto che si relazione con la motorizzazione. In nome di un risparmio esiguo rispetto al costo sociale. Oltre ai bilanci dei singoli enti, c’è il dovere di tenere nella dovuta considerazione il costo indiretto delle scelte che vengono operate e che ricadranno sulle imprese, sui professionisti e sulla collettività. Il territorio faccia quadrato per far valere le proprie ragioni e provare a cambiare questa decisione“.