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Al professore Roberto Balzani sul centenario della Marcia su Roma

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Ultimo aggiornamento:

Su Il Carlino di domenica scorsa 20 giugno ho subito letto con attenzione un intervento di Roberto Balzani, noto storico, intellettuale di indiscutibile caratura ed ex Primo Cittadino di Forlì. La mia attenzione non solo derivava dall’apprezzamento di tanto pedigree culturale, ma, soprattutto, dalla certezza che ancora una volta le parole del professore avrebbero confermato la mia giusta scelta di alcuni suoi titoli nella mia biblioteca. Invece, stavolta, devo concludere che l’intervento del prof. Balzani, intitolato “Si avvicina un fatidico anniversario”, relativo alla ricorrenza nel 2022 del centenario della Marcia su Roma, quindi dell’avvento al potere del Fascismo con la sua era ventennale, mi ha deluso, quasi disorientato rispetto alla rotta intelligente, solitamente navigata dall’ex Primo Cittadino forlivese.

Chiusi i miei preamboli, non certo di circostanza, ma schietti come nella mia logica di “pane al pane, vino al vino”, dico subito che non ho apprezzato l’incipit dell’intervento del nostro professore:” Riusciranno i nostri eroi a passare il fatidico centenario della marcia su Roma senza sprofondare nell’ideologia, nel grottesco o nel ridicolo?” Subito, una domanda: -Chi mai sono questi vaghi, indefiniti “nostri eroi”, chiamati in causa? Se, poi, considero che questi “eroi” potrebbero, secondo l’autorevole giudizio del professore, incorrere nel rischio di precipitare nell’ideologia, nel grottesco o nel ridicolo, è inevitabile per me supporre che il nostro ex Sindaco, soprattutto, riferisca quel “nostri eroi” al mondo della destra, magari nostalgica, che si appresta alla celebrazione del marciante centenario. Il professore, però, lascia tutti nel dubbio, sceglie di non essere esplicito, quasi confidando che, comunque, intenda chi ha orecchie per intendere.

Resta l’interrogativo perché nell’imminenza della centenaria Marcia su Roma, l’illustre storico forlivese, quasi nelle vesti di un novello Giovan Battista Perasso, il famoso “balilla”, abbia voluto anticipare tutti ed essere il primo a lanciare una pietra contro indefiniti e maldestri “nostri eroi”. La risposta sta nello stesso intervento su Il Carlino, quando all’iniziale, breve domanda di monito sui “nostri eroi” il professor Balzani fa seguire una lunga sequela di riflessioni, suggerimenti, consigli, tutti apprezzabili. Tuttavia, il procedere argomentativo del cattedratico forlivese mi ha solleticato la pulce di un pensiero di andreottiana memoria ovvero “a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si indovina”: intendo dire schiettamente che interpreto l’ampio elenco di consigli del professore, utili ad evitare maldestre celebrazioni da parte di “nostri eroi”, come una palese candidatura della sua persona a ispirare, curare, gestire nel modo più opportuno, tra Forlì e Predappio, il centenario della Marcia su Roma.

Per carità, aspirazione più che legittima perché fondata sull’autorevolezza di studi, competenze, grandi esperienze personali, ma perché, allora, non dichiararla subito, invece di prenderla alla larga, partendo da indefiniti “nostri eroi”? Concordo su aspetti, proposte, evidenziati dal prof. Balzani, apprezzo il suo richiamo agli studi sul Fascismo di Emilio Gentile, del quale ho utilizzato e utilizzo spesso due sue opere: Fascismo e 25 Luglio 1943.
Approvo anche il suo monito di “evitare accuratamente mostre di paccottiglia fascista. Non ne abbiamo bisogno”, tanto più perché sono stato curatore di mostre sul periodo fascista, sempre ampiamente documentate e, come tali, apprezzate per la loro obiettività, ma soprattutto lontane da esibizione di qualsiasi paccottiglia: sono solito esporre solo cimeli storici per illustrare efficacemente epoche e personaggi storici.

Non capisco, però, l’opportunità di questo monito del professore sul tema di possibili mostre di paccottiglia fascista, considerato che, a tal proposito, non risulta alcun precedente, quindi non si comprende perché, proprio nel ricorrente centenario della Marcia su Roma, se ne dovrebbe registrare il caso. Sin da ora, invito il professore ad onorarmi della sua visita alla mostra sul centenario della Marcia su Roma che sto già preparando, nonostante la fatica per lo svolgimento dell’esposizione forlivese “La fortuna di Dante nel Ventennio”, sino al 4 agosto aperta in via Volturno 3, quasi in affaccio su piazza Saffi.

Franco D’Emilio