Il circolo Saffi di via Lunga fra le due guerre mondiali

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Nel libro “Nel cuore della comunità. Storie delle case del popolo in Romagna”, promosso dal Circolo Cooperatori, gli autori Tito Menzani e Federico Morgagni, raccontano la storia del circolo Saffi di Via Lunga di Forlì. Nei due testi precedenti sono state riportate le vicende legate alla nascita e all’inaugurazione del sodalizio fino alla Grande Guerra (1915-1918).

Nel periodo del primo dopoguerra il circolo di via Lunga – chiamato anche informalmente casa del popolo o casa repubblicana – fu al centro di numerose iniziative interessanti. “Per contrastare il carovita”, scrivono gli autori, “all’interno dell’edificio fu aperto lo spaccio di una cooperativa di consumo, che rimase operativo per due anni. In un locale adiacente, il professor Dante Gibertini della cattedra ambulante di agricoltura di Forlì dava lezione di agraria. Inoltre, i soci del circolo avevano costituito una mutua, che raccoglieva periodicamente i loro piccoli versamenti per intervenire a favore di coloro che si ammalavano o infortunavano sul lavoro. Tuttavia le tensioni sociali erano particolarmente gravi e alcuni giovani del circolo di Via Lunga contribuirono alla formazione delle Avanguardie repubblicane forlivesi, un gruppo paramilitare costituito in funzione antisocialista, ma che avrebbe via via svolto una funzione di difesa dagli attacchi dello squadrismo fascista.

Il biennio rosso e il biennio nero furono cruenti in tutto il forlivese. Nel 1923, il circolo di Via Lunga fu attaccato due volte dai fascisti in luglio e in dicembre. Gli assalitori devastarono i locali e picchiarono coloro che tentarono di ostacolarli, cercando di appiccare il fuoco all’interno dello stabile, riuscendovi solo in parte. La lapide che ricordava i caduti nella Grande guerra fu fatta a pezzi”.

“I soci decisero di chiudere il circolo e per evitare che i fascisti si impossessassero del fabbricato con qualche usurpazione”, proseguono nel racconto Menzani e Morgagni, “e decisero di adibirlo ad abitazione per famiglie di due di loro – Enea Flamini e Augusto Dradi – accordandosi contestualmente con il ricovero di Mendicità perché quest’ultimo risultasse intestatario dell’immobile. La sera fra l’11 e il 12 settembre del 1924 i fascisti organizzarono una nuova spedizione cercando di penetrare nello stabile. Ne seguì una sparatoria con Dradi e Flamini, che rimasero asserragliati per due ore fintanto che non giunsero i carabinieri.

L’edificio potè essere preservato, ma negli anni del ventennio non svolse alcuna funzione politica o aggregativa, trasformato prima in civili abitazioni e poi in magazzino per la frutta. Per un certo periodo alcuni locali ospitarono la sede dell’Associazione granatieri”.
La Seconda Guerra Mondiale ebbe un impatto pesante e tragico anche su Forlì. I repubblicani svolsero un ruolo fondamentale fra le file della Resistenza e il 9 novembre 1944 festeggiarono la Liberazione della città. In attesa che il conflitto cessasse anche nel resto del paese, la popolazione civile si attivò per la ricostruzione della democrazia a livello locale, per cui numerosi circuiti associazionistici che il fascismo aveva soppresso tornarono a fiorire.

“Tra questi ci fu anche il circolo repubblicano di via Lunga”, scrivono gli autori, “che beneficiò in primis dell’iniziativa del vecchio socio Adolfo Capelli, il quale si incaricò di riprendere i contatti con molti ex iscritti e di convocare una riunione a casa propria. Provvisoriamente la sede fu fissata in un’abitazione conosciuta come casa Damini, di fronte lo storico edificio che aveva ospitato il circolo in età prefascista. Poco tempo dopo, avendo gli iscritti superato le duecento unità, si prese in affitto un capannone adiacente, dove fu trasferita la sede.

Il 19 maggio 1946 si ebbe una prima importante iniziativa del neonato circolo repubblicano Aurelio Saffi. L’allora segretario del Pri, Randolfo Pacciardi (nella foto), vi fece una visita dopo aver tenuto un comizio a Forlì, di fronte a una piazza gremita da 50.000 persone. Erano i giorni della campagna elettorale a favore del voto per la Repubblica, in occasione del referendum del 2 Giugno”.
Nella quarta parte di questo racconto si metterà in evidenza il ruolo del circolo a livello cittadino negli anni della ripresa della vita democratica e la costruzione della nuova sede.

Gabriele Zelli

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Ex sindaco di Dovadola, classe 1953, dal 1978 al 1985 dipendente del Comune di Dovadola. Come volontario in ambito culturale è stato dal 1979 al 1985 responsabile della programmazione del Cinema Saffi e dell'Arena Eliseo di Forlì e dal 1981 al 1985. Coordinatore del Centro Cinema e Fotografia del Comune di Forlì. Nel giugno 1985 eletto Consigliere comunale e nell'ottobre 1985 nominato Assessore comunale di Forlì con deleghe alla cultura e allo sport. Da quell'anno ha ricoperto per 24 anni consecutivi il ruolo di amministratore dello stesso Comune assolvendo per tre mandati le funzioni di Assessore e per due a quella di Presidente del Consiglio comunale. Dirigente e socio di associazioni culturali, sociali e sportive presenti in città e nel comprensorio. Promotore di iniziative a scopo benefico. E' impegnato a valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico di Forlì e della Romagna. A tale scopo dal 1995 ha organizzato una media di oltre 80 appuntamenti annuali, promuovendo anche interventi di recupero del patrimonio architettonico di alcuni edifici importanti o delle loro parti di pregio. Autore di saggi e volumi, collabora con settimanali, riviste locali e romagnole. Dirigente dal 1998 di Legacoop di Forlì-Cesena in qualità di Responsabile del Settore Servizi. Nel 1997 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

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