“Ferisce profondamente la città la chiusura del complesso di Eataly. Legare la sua fine al Covid o alle mancanze dell’amministrazione comunale, però, rischia di non far comprendere la lezione. Per indagare le cause profonde di questo fallimento, bisognerebbe risalire alle scelte compiute non dalle amministrazioni o dai commercianti, ma dalla Fondazione, di investire una cifra vicina ai 30 milioni di euro per l’acquisto e la ristrutturazione di palazzo Talenti Framonti, oltre che per il mantenimento delle attività al suo interno inserite. Non è questa la sede e non è questo ciò che serve in questo momento” si legge in una nota di Italia Viva Forlì.
“Ciò che deve essere fatto, senza ridicole e inutili contrapposizioni, è chiedere con forza che venga estratto dal cilindro di questa Amministrazione comunale – eletta anche sulle ali della promessa di rilanciare il centro storico per farne il salotto buono della città – il famoso piano per il centro cittadino. Certo, a nessuno sfugge che siamo in pandemia; ma presto (speriamo) finirà e a quel punto resteranno le idee che nel frattempo si sono preparare per il futuro della città e del territorio” continua la nota.
“La sensazione è che non ci sia nulla di pronto, nemmeno ciò che già si trovava nei cassetti degli assessorati. Limitarsi a inseguire le emergenze o a gestire l’ordinaria amministrazione può andar bene per un piccolo comune, ma nemmeno per quello in realtà; certamente è del tutto insufficiente per una città capoluogo, che per sua natura avrebbe il dovere (e le potenzialità, in questo caso) per pensare in grande. Il Comune metta da parte le divisioni tra partiti e tra correnti dentro i partiti e promuova un’azione unitaria di tutte le forze per dare una prospettiva al centro cittadino. Coinvolgendo tutte le forze rappresentate in Consiglio comunale, le organizzazioni economiche, gli operatori del centro, i residenti, i proprietari degli immobili” concludono gli esponenti di Italia Viva.