Eataly Forlì Palazzo Talenti Framonti

Nei giorni scorsi l’unico commento arrivato dal Comune di Forlì alla notizia della chiusura di Eataly in piazza Saffi è stata un’autodifesa volta a cercare di allontanare da sé ogni responsabilità. Questo intervento si potrebbe commentare con il motto latino: “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
 Se infatti la vicenda specifica del negozio Eataly si colloca in una dinamica di carattere sovralocale, il Comune non può chiamarsi fuori dall’inerzia e dall’immobilismo che fanno da contesto alla vicenda, ovvero dalla propria responsabilità di definire un piano credibile di rilancio del Centro storico” è il commento di Federico Morgagni consigliere comunale di Forlì&Co.

Del resto era stata proprio questa Amministrazione, appena entrata in carica, a promettere soluzioni miracolistiche e immediate per la rinascita del Centro, al punto da rigettare sbrigativamente ogni richiesta delle opposizioni di costituire un tavolo partecipato di confronto, della durata di tre mesi, sostenendo di avere già le idee chiare e le soluzioni pronte. Nel frattempo di mesi ne sono passati 18 e del piano del Centro storico non vi è traccia, né è stata presentata al Consiglio comunale e alla città una qualsivoglia proposta, anche di carattere generale, che permetta di desumere quale sia l’ipotesi di fondo a cui nostri amministratori legano il rilancio del cuore della città (vocazione commerciale? Polo di università e cultura? Ritorno alla residenzialità? Tutto questo insieme?). Nel frattempo sulla città, come sul resto del Paese, si è abbattuta una tremenda crisi economica, che 
anche nel Centro storico si è tradotta in una sequela di chiusure, ultima quella di Eataly” insiste il consigliere del centrosinistra.

Per questo motivo, durante la seduta consiliare odierna abbiamo interrogato la Giunta per sapere se fosse pronto il piano del Centro storico, ricevendo la sorprendente risposta che la stesura del documento è ancora in corso, senza che peraltro venisse aggiunta alcuna indicazione su quando sarà completato. Sta di fatto che il piano, che avrebbe dovuto essere già pronto da mesi così da poter cogliere il treno della ripresa alla fine della pandemia, non si sa se e quando potrà essere discusso con il Consiglio comunale e la cittadinanza e poi attuato. Dal punto di vista politico, si tratta di una pesante carenza per un’Amministrazione che avviandosi a metà del mandato, nonostante l’abbondante dotazione finanziaria a disposizione, non è ancora nemmeno riuscita a mettere in fila un’idea di fondo proprio per l’area della città che millantava di poter rilanciare con un colpo di bacchetta magica. Ma ciò che più preoccupa è il danno che questa inerzia genererà sulle prospettive di rilancio del cuore della città, nel momento in cui investimenti e progetti anche di lunga visione sarebbero fondamentali, anche per calamitare finanziamenti statali e comunitari: un vulnus che non potrà essere mascherato con una polemica verso le Amministrazioni precedenti che, giunti quasi a metà mandato, appare ormai sterile a tutti i forlivesi” conclude Morgagni.

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