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Una petizione per chiedere che la Beata Benedetta diventi patrona di Dovadola
È indirizzata a Livio Corazza vescovo di Forlì, e a Francesco Tassinari, sindaco di Dovadola, la petizione che sarà sottoposta alla firma dei cittadini perché la Beata Benedetta Bianchi Porro diventi patrona del suo paese natale, mantenendo Sant’Andrea come copatrono.
Il documento, che sarà possibile sottoscrivere in parrocchia da sabato 18 luglio dai residenti di Dovadola, parte dal presupposto che il 14 settembre 2019, nella Cattedrale di Forlì, Benedetta Bianchi Porro è stata dichiarata ufficialmente beata, dopo che il relativo processo, avviato il 25 gennaio 1976, aveva portato, il 23 dicembre 1993, papa Giovanni Paolo II ad emettere il decreto per il riconoscimento dell’eroicità delle virtù dichiarandola Venerabile. Infatti dopo la Sua morte il messaggio di speranza di Benedetta è giunto in tutto il mondo grazie ai libri tradotti oggi in oltre venti lingue, compresi il giapponese, l’arabo e l’ebraico, e all’opera della Parrocchia di Dovadola, della Diocesi di Forlì-Bertinoro, dei familiari di Benedetta, di Anna Cappelli, degli Amici di Benedetta, dell’Associazione per Benedetta Bianchi Porro e della Fondazione a lei intitolata.
Il documento prosegue mettendo in rilievo che nel corso di questi anni il paese di Dovadola, dove Benedetta nacque l’8 agosto 1936 e dove dal 22 marzo 1969, appena cinque anni dopo la morte, è sepolta nell’Abbazia di Sant’Andrea (La Badia), ha accompagnato e partecipato a tutte le fasi che hanno portato alla proclamazione della Beatificazione della concittadina.
Il testo della petizione considera anche il fatto che, come è stato sottolineato in ogni occasione In cui è stata ricordata da importanti prelati della Chiesa, ci si trova dinnanzi ad un’esistenza affascinante: la grandezza umana e spirituale di una giovane donna straordinariamente dotata, che è riuscita a superare coraggiosamente e a tradurre in chiave evangelica le condizioni più negative che possono accompagnare un individuo e segnarne inesorabilmente la vita quotidiana.
Ragazza di bell’aspetto, dotata di intelligenza e ricca di personalità, ben presto verrà trasformata dalle patologie debilitanti e dal dolore insistente e incalzante, che ne deturperanno il fisico. Tutto il suo corpo alla fine era diventato un crocifisso vivente: sordità, cecità, paralisi, insensibilità, privazione dell’olfatto e dell’odorato, afonia, quasi l’annullamento di ogni forma di comunicazione con le persone a lei care e con il resto del mondo.
Questa sequenza di sofferenze e di distruzioni fisiche, porterà Benedetta ad una unione profonda con la fede nella preghiera e quindi ad esaltare con la sua eroicità l’esercizio di tutte le virtù. Se la sua vita fu tutta sotto il crescente segno della sofferenza, fu anche sotto il crescente segno della santità, di cui si accorsero le persone che l’accostavano e ricevevano da lei mirabili insegnamenti di fede e di carità.
Per cui tenuto conto delle virtù eroiche che hanno caratterizzato la breve ma intensa vita della Beata Benedetta segnata dalla malattia, alla luce dell’enorme sofferenza cui sono state sottoposte e vengono tuttora sottoposte le comunità locali e quelle di tutto il mondo dalla diffusione della recente pandemia (del virus Covid 19), con la sottoscrizione del documento i firmatari chiederanno di avviare le procedure affinché la Beata Benedetta venga elevata a patrona del Comune di Dovadola.