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Ristorante La Lumira

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Ultimo aggiornamento:

Ristorante La Lumira
Indirizzo: corso Martiri 74 a Castelfranco Emilia (MO)
Recapiti tel. 059/926550
Giorno di chiusura: domenica sera e tutto lunedì
Orario di esercizio: pranzo/cena
Chiusura per ferie: agosto.
Si può prenotare? Si, consigliato.
Come arrivare: portarsi in Castelfranco Emilia: se arrivi da Bologna percorri la via Emilia e troverai sulla destra il Ristorante La Lumira, adiacente una Stazione Q8, troverai il locale.
Locale climatizzato. Parcheggio antistante e sulla via Emilia.

Nel 1962 lo chef Carlo Alberto Borsarini parte con un piccolo ristorante pizzeria. Verso il 1970 il salto di qualità necessario per elevarsi: senza offesa per la sacra e golosa pizza, questa viene eliminata dal menù, scelta obbligata che condivido, si rivelerà vincente per innalzare e lanciare il target del locale, il posto mangereccio spinge per decollare sempre più in alto, con la propria clientela (filosofia basilare).
Il listino del Ristorante La Lumira inevitabilmente andrà rivisto al rialzo, lo dico essendo nato con elencazione di posti ad uso pranzo-di-lavoro, il passaggio ad una “ristorazione di qualità” porta a queste rivisitazioni sul menù. Infatti il Ristorante La Lumira è su tutte le Guide di Ristoranti, ben referenziata.
Lo Chef Carlo Alberto Borsarini inizia nel 1990 dopo il militare, partecipa gratuitamente a stage dai pilastri della mangereccia Emilia: Barbieri, Camerucci, ecc. La passione per la grande cucina gli è immediata. Queste persone lavorano sognando l’eccellenza in tavola, bella filosofia di vita.

La figura della madre paterna sul futuro chef c’è tutta: la mamma insegna ma Carlo intuisce che deve fare sue quelle semplici informazioni casalinghe, quindi ripercorre tutte le ricette di casa (la Cucina di Casa: che must!) riportandole verso gli anni del 2000, non senza rielaborazioni ma sempre mantenendo la linea originale. Ha sete di apprendere e usa consiglieri speciali, anche giapponesi. Detto così sembra facile fare la “buona cucina di casa” ma non lo sarà: decenni di esperienza messa in ballo sulla ristorazione e portata in tavola, la ricerca della migliore materia, specie a Km zero, maniacale. Gli insegnamenti ricevuti Carlo li riversa sul campo della cucina; la marinatura delle carni, non banale; la frittura, sacralità per il pesce, non facile il pesce fritto: il suo sarà buonissimo, a regola cuoce solo calamari (condivido) ma si può richiedere tutto: ecco l’utilizzo di farine selezionale segrete, un mix di farina di riso (il tocco orientale), chiaro d’uovo, semplice buon olio di Arachide (sempre fresco, messo nuovo: così si fa), guai a citare di friggere con olio di oliva. Carlo mi ricorda che in Emilia anni fa l’olio di oliva era una parola bandita dal vocabolario di cucina.

Il chilometro zero per lo Chef sarà una essenzialità, nota di tutti i grandi in cucina: al Ristorante La Lumira riecheggia il concetto del mercatino del “Coltivatore Diretto” citatomi del grande Luigi Veronelli. Per Carlo l’identità della nostra regione è unica, senza trattino tra le due parole EmiliaRomagna, mai separatismo, siamo una sola entità, bello sentirselo dire da un modenese, realtà con un peso enorme sulla regione dove la nostra Romagna ha forse avuto una vocazione troppo contadina. Tortellino è quello classico con vanti e richiami di provenienza su questa importante città, compenso crudo e mortadella si, quella buonissima, li ho assaggiati, massimo dei voti, delizia.
La tagliatella a menù è solo una, verde, fatta con gli spinaci, niente bianche, è così, il ragù è fantastico, canonico a regola d’arte, massimo dei voti. In inverno troverai i Bolliti. Tortellone di ricotta con lumache (brasate) con crema di scalogno, pane fritto, siamo in orbita. 

Sul secondo ho assaggiato il suo coniglio marinato e cotto in bianco, Romagna a confronto, sarebbe il nostro tutto abbrustolito, mentre qui lo Chef si cimenta con una bianca carne delicata, molto fine. Una delizia, da choc goloso, sarà il Cotechino in Tempura (in stagione) con zabaione e lambrusco, altre orbite, stellari. Faraona arrosto con salsa di prugne, un classico dei grandi chef, prugna secca sul tema: top.
Il filetto di angus all’aceto balsamico, siamo sul modenese e l’aceto, presente in tutti i sottotetti a maturare, è una condizione di vita obbligata. Cito anche il Galletto, top.

I dolci sono paralleli all’importanza del posto, ti cito ad esempio: il gelato alla crema con, guarda un po’, mantecatura di Aceto Balsamico Modena Stravecchio, delirio, max dei voti, ed il Babà alla Emiliana, io lo chiamerei Babà-non-babà, fatto con ciambella casalinga e farcia di crema pasticcera, imbevuto di Vov (il liquore padovano!) e una bella amarena Fabbri. Semplicemente buonissimo, max dei voti. 

Dimensione del locale: ampio spazioso ben arredato, caldo, accogliente, fine. Circa 60 comodi coperti, il numero esatto per la cucina espressa.
Arredamento e tavola: di qualità, tovaglia e sottotovagliato fine; posate giuste.
Servizi igienici: bene, al top.

La Cucina come area operativa: razionale, pulita; addetti in divisa e sempre capello.
Cucina di casa emiliana ma anche fine, creativa, coraggiosa. .
Direzione: Chef: Carlo Alberto Borsarini.

Target del locale $$$: medio/medio-alto anche secondo il bere.

Descrizione Menù:
– Antipasti: consiglio Vitel Tonnato affumicato, vinaigrette di ciliegia: voto 10.
– Primi piatti: Tortellini classici bolognesi in brodo di cappone, da mangiare rigorosamente senza parmigiano, voto 9; Brodo voto 9,5. La immancabile Tagliatella solo verde (spinaci, Ndr) con ragù tradizionale, voti tagliatella 9; ragù 9,75.
– Secondi piatti: Galletto, buonissimo. Coniglio alla Lumira: leggermente marinato in aceto vino bianco, cotto in padella con soluzione acidula e spezie segrete (rosmarino, acciuga, sale, segreti), affiancato da polenta fritta: buonissimo, voto 9. Uovo pochè al friggione e spuma di parmigiano: altra chicca da prendere senza meno, cotto a bassa temperatura con spuma di parmigiano e friggione tradizionale, buonissimo: parodia di sapori, ovetto stupendo, lieve dominanza del friggione, ma goloso assai: voto 9,5. Il pesce fritto: non sei al mare ma dovrai provare questo fritto: Voto 9,5.
– Contorni: di stagione, generalmente presenti sui piatti.

– Nel Cestino: elevo alla massima potenza una non banale Crescentina, perfetta, buonissima, do il massimo dei voti: 10 con lode. Panini comuni, buoni.

– I dolci: un grande gelato alla crema mantecato aceto balsamico di Modena stravecchio: un dolce con retrogusti favolosi, buonissimo, da non perdere. Voto 10 e lode. E il Babà non babà, suo nome “Baba alla emiliana”, spaziale, da non perdere, voto: 9.
– Caffè, amari, varie: ottimo caffè; grande scelta di infiammabili, adeguati al Locale, top.
– La Cantina/Carta dei Vini. Ottima scelta di etichette anche importanti.
– La carta dell’Acqua: Ottima. 

L’Olio, il sale e l’Aceto: in tempo di Covid 19, gira poco olio in tavola, comunque siamo al top.
Piatti consigliati: Tagliatelle Verdi; Ovetto; Bolliti; i dolci.

Verdetto finale:
Location esterna: 7, Ambiente: 9, Menù: 9-10, Conto: 8.

PL: effettua il cosiddetto Pranzo Lavoro? No.
“Sulla Porta”: il locale vanta queste “Placche”, queste Guide:
– 4live.it
– “Via Emilia Ristoranti e contorni” www.viaemiliaristoranti.it
– Michelin; Gambero Rosso; Espresso; Massobrio; Ais; ecc.

Puoi anche provare questi altri Ristoranti: (vedi recensioni/segnalazioni, se presenti): Antica Moka (MO) in lista recensiva; Osteria Francescana, il top mondiale (in lista per recensione); Ex Fini a Casello Modena Sud, recensito. Rist. Ballardini, Anzola Emilia, recensito.
– Cosa c’è da vedere in zona: il modenese.
– In definitiva: da non perdere.

Gigi Arpinati