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Il sindaco di Portico scrive a Mattarella. Di Maio: “Sostenere i servizi privati anche nei piccoli Comuni”

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Ho ricevuto l’accorata lettera inviata dal sindaco di Portico e San Benedetto al Presidente della Repubblica a proposito della chiusura dell’unica filiale bancaria di quel Comune. Un appello che riguarda il progressivo impoverimento dei servizi nei Comuni montani. Per parte mia, pur non avendo ovviamente alcuna competenza diretta in merito ed essendo Intesa Sanpaolo un istituto interamente privato, ho telefonato ai vertici coi quali ho rapporti per provare a sensibilizzare un’attenzione. Credo si debba trovare una soluzione che non significa necessariamente mantenere una presenza con cinque impiegati fissi, ma potrebbe diventare un semplice presidio con sportello bancomat attivo e la presenza di uno o due funzionari in determinate fasce orarie della settimana“. Lo afferma il deputato Marco Di Maio dopo aver ricevuto la missiva con cui il sindaco di Portico e San Benedetto, Maurizio Monti, si rivolge al capo dello Stato per portare alla sua attenzione la situazione di grave difficoltà che vive il suo Comune come la gran parte dei Comuni collinari/montani.

Comprendo bene che i bilanci dei privati non guardano in faccia a nessuno – afferma ancora il deputato – ma credo che le imprese, in particolare le banche, debbano sentire anche un senso di responsabilità nei confronti dei territori dai quali raccolgono risparmi e investimenti. In assenza del quale andrebbe introdotta una “clausola sociale” che vincola queste imprese a garantire comunque un servizio: o direttamente o tramite altri istituti. È un meccanismo complicato da mettere in piedi, ma non impossibile“.

Vale per le banche come per altri servizi, ad esempio quelli gestiti dai colossi della telecomunicazione – conclude il parlamentare romagnolo – perchè se passa la regola che nelle aree “a fallimento” di mercato si chiudono semplicemente i servizi senza che nessuno si preoccupi delle conseguenze, avremo una parte di Italia (in genere la più bella, la più caratteristica) che oltre a spopolarsi perderà di interesse anche per i visitatori occasionali, per i turisti, per chi sceglie di farsi una gita fuori porta“.

Confartigianato di Forlì condivide l’accorato appello di Maurizio Monti, sindaco di Portico e San Benedetto, rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché non venga chiuso l’unico sportello bancario presente nel territorio comunale, il prossimo autunno.
La comunità, che vive e lavora nel territorio, ha necessità di rapportarsi con un istituto finanziario locale, senza necessariamente doversi recare in un comune limitrofo per far fronte alle normali operazioni bancarie. L’imprenditore Oriano Rimini, presidente del settore PMI di Confartigianato Forlì, spiega “come associazione abbiamo promosso un confronto con le istituzioni sull’importanza del fare impresa in montagna. In quell’occasione abbiamo presentato dati che evidenziano come il radicamento della piccola impresa sul territorio sia uno strumento per combattere l’abbandono delle località collinari e montane da parte degli abitanti. Lavoro e servizi sono indispensabili per animare un territorio. Ma com’è possibile pensare che un imprenditore possa lavorare senza la presenza di una banca nel comune in cui opera?
L’indagine, presentata in occasione di quella giornata di lavoro, mise in luce il peso della micro e piccola impresa nella vallata del Montone, con il 97% di addetti impiegati proprio in realtà produttive con un forte legame col territorio. Senza dimenticare che Portico si colloca tra le località montane TOP 20 dell’Emilia Romagna, che hanno registrato un maggior numero di presenze turistiche all’ultima rilevazione disponibile. Conclude Rimini “E come può essere adeguatamente sostenuto il turismo senza la presenza di uno sportello bancario? Purtroppo senza una sinergia di intenti la comunità perderà attività essenziali e attrattività, ponendo a rischio spopolamento l’intera area. Diviene difficile mantenere la sede della propria attività in luoghi in cui vengono meno i servizi base, con conseguente riduzione di opportunità occupazionali, che inciderebbe pesantemente sulla scelta di trasferirsi in luoghi meglio serviti”.