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1836: ecco il Muraglione che unisce

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Ultimo aggiornamento:

Sabato 20 giugno è stata inaugurata a Palazzo Pretorio di Terra del Sole la mostra dal titolo “1836 – ecco il Muraglione che unisce“, esposizione di documenti che ripercorrono la storia della più importante arteria viaria che collega la Romagna e la Toscana. Alla cerimonia erano presenti: Marianna Tonellato e Liviana Zanetti, rispettivamente sindaco e assessore del Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, l’ex sindaco Luigi Pieraccini, Marco Mussolini, comandante della Polizia Stradale di Rocca San Casciano, Enzo Amadori e Andrea Bandini della Pro Loco di Terra del Sole.

In mostra si possono trovare copie di documenti provenienti dalle maggiori raccolte fiorentine: Archivio di Stato di Firenze, Palazzo Pitti, Biblioteca Centrale, Uffizi, Palazzo Vecchio, così come documenti degli archivi comunali locali e di collezioni private. La ripresa dell’attività culturale post- lockdown si presenta quindi assai ricca a Terra del Sole, offrendo una rassegna di notevole qualità e frutto di lunghe ricerche.

A presentare l’esposizione è stato lo storico Alessandro Minardi che ha sottolineato come: “La strada di Romagna, sognata da Pietro Leopoldo nel ‘700, dovette attendere gli anni ’30 del secolo successivo per vedere la luce e questo grazie all’ingegner Alessandro Manetti. Questi, formatosi presso le migliori università francesi del tempo, era un assoluto innovatore, sia nel merito che nel metodo. Per capire il suo genio è sufficiente osservare uno dei suoi ponti a campata unica, con tiranti in acciaio, costruiti con metodo pionieristico per l’affermazione di nuove tecnologie, materiali e linguaggi architettonici. Da questi manufatti verrà tratta ispirazione anche per il famoso ponte di Brooklyn. La via di Romagna quindi è frutto del fortunato incontro di Manetti con Leopoldo II, granduca di Toscana, affascinato dalle scienze e dalle nuove tecnologie applicate“.

Nasce così, in meno di cinque anni una strada impossibile per quei tempi – ha proseguito Minardi – realizzata anche con l’uso della mina. Non solo, l’altra novità consistette che la strada da subito fu “abile in due direzioni” – ovvero a due carreggiate – e soprattutto percorribile tutto l’anno, anche con la neve, grazie alla realizzazione sulla sommità del passo, di un muro a vela che proteggeva i viandanti dalla neve e dal vento. Questa arteria portò nuova vita in Romagna e ad essa fu innervato un sistema viario interno alla Romagna Toscana, che permettesse di passare dalla valle del Savio a Marradi, senza dover sconfinare negli Stati della Chiesa“.

La via di Romagna, oggi nota come Strada Statale 67, cambiò anche l’assetto politico locale: il capoluogo fu spostato da Modigliana a Rocca San Casciano, furono aperte altre tre dogane, a Rocca, Terra del Sole e Modigliana, segno di vivacità economica. Pochi anni dopo, sempre a Rocca, aprì la famosa tipografia Cappelli, per diversi tempo la più grande stamperia privata del Granducato.

Fiorenti furono anche i commerci della seta – ha concluso Alessandro Minardi – che ottennero numerosi premi alle Fiere delle Belle Arti a Firenze e che divennero così redditizi che a Modigliana fu persino aperta una filanda a vapore. Anche la valle del Savio ottenne benefici, tanto che il 30 settembre 1834 il Granduca andò in visita a Bagno e constatò lo sviluppo delle ormai famose Terme leopoldine. Ecco quindi in breve, la nascita di una strada simbolo, che negli anni vedrà il passaggio di patrioti risorgimentali, commercianti, eserciti di liberazione e colonne di autovetture di villeggianti, ai tempi del boom economico. Ancora oggi questa strada è vitale e rappresenta l’identità più profonda delle comunità della Romagna Toscana e del Mugello“.

La mostra resterà aperta fino al 26 settembre con i seguenti orari: martedì, giovedì, venerdì e sabato 14,30-18,30; mercoledì 9,00-12,30. Fuori orario, domenica e festivi contattare 3357026444 Andrea, oppure bandini_andrea@libero.it. Ingresso libero.

Gabriele Zelli