Il report pubblicato ieri da Arpae sulla “Qualità delle acque di balneazione dell’Emilia Romagna” ci offre un quadro preciso della situazione ambientale del nostro mare e soprattutto degli specchi d’acqua balneabili in cui le persone s’immergono. I dati che seguono giudicateli voi ma uno in particolare è degno di essere sottolineato perché per uno spicchio di spiaggia romagnola e l’economia che vi gira intorno, l’estate prossima è di fatto l’ultima spiaggia.
I dati:
Nella stagione 2019 gli sforamenti nelle analisi rilevati durante il monitoraggio programmato sono stati 72 (nel 2018 furono 15 e 17 l’anno prima). La valutazione della qualità delle acque di balneazione viene effettuata sulla base dei risultati delle analisi relative alla stagione appena conclusa e alle tre stagioni balneari precedenti. Le acque classificate di qualità “Eccellente” sono 89 grazie all’aggiunta di 3 spiagge che quest’anno hanno ottenuto un miglioramento di classe nei comuni di Gatteo (Rubicone nord), Riccione (Marano nord) e Cattolica (Torrente Ventena). Di fatto solo con la qualità “Eccellente” è possibile partecipare all’assegnazione della Bandiera Blu. Restano di qualità “Buona” 2 specchi d’acqua a Goro, quello di Savignano Mare, San Mauro Mare nord e quello denominato Misano Adriatico – Rio Agina. Declassata a “Sufficiente”, con l’obbligo quindi di maggiori analisi stagionali, Rimini Marecchia nord insieme all’uscente da qualità “Scarsa” dopo 3 anni consecutivi Riccione Marano sud.
Ma la notizia più rilevante del report è che l’acqua denominata Rimini Marecchia sud è stata classificata “Scarsa” per il quarto anno consecutivo. Ciò significa che l’estate prossima, la quinta, è l’ultimo spazio temporale per ottenere un miglioramento qualitativo delle analisi e scongiurare la chiusura permanente della balneazione. Nel 2020 per il quarto anno consecutivo, la balneabilità sarà quindi concessa in deroga ad impegni di risanamento. Per ora le insolute criticità ambientali di quello specchio d’acqua rischiano di compromettere l’importante economia di un’area turistica che comprende una spiaggia lunga 1 km, stabilimenti balneari, centinaia di attività commerciali, hotel e ristoranti. Sarebbe la prima chiusura permanente della balneazione nella costa romagnola ed il danno d’immagine per tutti sarebbe immane.
“Se le acque di balneazione sono classificate di qualità “scarsa” per cinque anni consecutivi, è disposto un divieto permanente di balneazione che le regioni e le province autonome possono anche attuare prima della scadenza del termine dei cinque anni stessi nel caso ritengano che il raggiungimento di una qualità “sufficiente” non sia fattibile o comunque eccessivamente costoso”.