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Il docufilm forlivese “Die Maurer – Il muro” sbarca su Rai5

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La squadra del film Rwanda, film che continua a raccogliere premi e riconoscimenti nei festival di tutto il mondo, sta per raggiungere un altro straordinario traguardo. Il nuovo docufilm “Die Mauer – Il muro”, realizzato in tempi record dalla casa di produzione forlivese Horizon Srl, insieme a Marco Cortesi e Mara Moschini nella veste autori e attori, Riccardo Salvetti, regista e Massimo Gardini direttore della fotografia, sarà trasmesso in prima assoluta sabato 9 novembre alle ore 21,15 su Rai5 in occasione del trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino. Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale, scritto e interpretato dalla coppia Cortesi e Moschini, Il Muro è stato realizzato anche grazie a un importante progetto di crowdfunding.

Volevamo che la presentazione fosse in questa data: 9 novembre trentennale della caduta del Muro – spiega il regista Riccardo Salvettil’anniversario di un evento così importante nella storia. Per questo abbiamo lavorato ad un ritmo quasi estenuante con l’obiettivo di realizzare questo film in soli cinque mesi per poi proporlo a Rai Cultura per la messa in onda tv. Rai ha risposto con entusiasmo programmandoci in prima serata, inoltre nei giorni scorsi si è aggiunto il sostegno della regione Emilia Romagna e della EmiliaRomagna Film Commission che hanno riconosciuto il valore del progetto all’ultimo bando regionale. Questi risultati ci riempiono di orgoglio per questa docufiction che speriamo spiccherà il volo come accaduto per Rwanda“.

È stata una delle barriere più invalicabili e letali che l’essere umano abbia mai conosciuto in grado di tenere divisa una città per 28 anni e provocare la morte di centinaia di persone. Attraverso reali testimonianze frutto di un’inchiesta giornalistica sul campo, lo spettacolo Die Mauer – Il Muro porta in scena indimenticabili storie vere di determinazione, coraggio e fede nel nome della libertà e del rispetto dei diritti umani. Una storia, quella del Muro di Berlino, che parla di violenza e dittature, ma allo stesso tempo del destino di migliaia di persone che decisero di scavalcare una barriera ingiusta e ignobile per conquistare il diritto di essere semplicemente liberi.

Girare un film sul muro di Berlino. Solo questo pensiero – spiega il regista Riccardo Salvetti – apriva una sfida non da poco perché la cinematografia sul tema è ampia. La volontà fin dal principio è stata quella di stimolare lo spettatore senza rischiare errori di ricostruzione. Così l’idea di mantenere in parte la narrazione teatrale dello spettacolo originale, ma narrato su un piano narrativo surreale, in un luogo ormai sepolto dalla polvere che vive ancora i ricordi di quegli anni che vanno dal 1961 al 1989. Con i nostri due protagonisti esploriamo nel profondo questo periodo, vivendo le vicende personali dei testimoni diretti di questa pagina di storia. Persone come noi e come voi, ma capaci di gesti veramente eroici in nome di un valore chiamato Libertà”.

Le storie di chi tentò di scavalcare il Muro di Berlino sono storie che vanno oltre l’immaginazione – racconta Mara Moschini – storie incredibili e fortemente drammatiche. Riuscire ad interpretarle come attrice è una sfida non indifferente. La mia strategia è allora quella di mettermi in ascolto ed è proprio in questa fase che l’incontro con i testimoni tedeschi è stata così fondamentale. Uomini e donne con esperienze straordinarie di vita hanno condiviso con noi ricordi e immagini davvero irripetibili”.

La location designata per raccontare la Berlino di quegli anni è l’Asilo Santarelli, concesso dal Comune di Forlì. Una struttura ampia, ricca di spazi e corridoi profondi. Un set adatto a un film come questo, dove la messa in scena teatrale si fonde con le interviste a 7 testimoni che hanno vissuto durante l’epoca del Muro, in un mix tra documentario, ricostruzione storica, teatro e cinema. “Riuscire a ricreare i colori e le luci della Berlino di quegli anni all’interno di questa struttura è stata una sfida stimolante – spiega il direttore della fotografia Massimo Gardini -. La voglia di superare le aspettative mi ha spinto a cercare soluzioni originali e adatte a rendere l’atmosfera che avevamo in mente”.

Come per la precedente produzione, sono tante le persone coinvolte, dai tecnici alle comparse. Marco Cortesi racconta in maniera autentica l’importanza del gruppo. “La sensazione più bella è sempre la stessa – racconta Cortesi – accorgersi di quanto un film sia sempre e soltanto possibile attraverso un lavoro di squadra. Sul set de Il muro l’entusiasmo, la voglia di dare il massimo, di fare il “miglio in più” è travolgente. Niente sarebbe mai stato possibile senza una squadra di lavoro straordinaria capace di sacrificio e perseveranza anche nei momenti – e ce ne sono stati! – di difficoltà. “Il Muro” porterà sul piccolo e grande schermo le storie vere di chi tentò di sfidare il Muro più celebre del mondo e sono certo che la passione, l’unità e la fede del nostro team saprà trasparire in ogni singolo frame“.