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A Predappio solo tanto chiasso contro i cittadini

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Ultimo aggiornamento:

Qualche giorno dopo la gran buriana, che con spropositato trambusto politico e pesante attacco mediatico ha investito Predappio e il suo attuale sindaco, vorrei provare a fare alcune pacate considerazioni per ricondurre il contendere entro confini civili, fuori dalla foga inusuale, manifestatasi pure con toni beceri e volgari, soprattutto sui social.

La contesa predappiese, l’ennesima e trita, periodicamente risorgente sul rapporto tra fascismo e antifascismo, è stata sollevata ad arte e con tanta ambiguità dalla sinistra, pesantemente battuta alle recenti amministrative sia a Predappio che a Forlì: infatti, l’attuale opposizione predappiese ha approfittato, oltre misura perché a bella posta, della dichiarazione di Roberto Canali, primo sindaco di centrodestra dopo 70 anni di impero della sinistra, di non volere più finanziare il viaggio di studenti nei luoghi dell’Olocausto per rinnovare la memoria di quell’immane tragedia del Novecento.
Questa decisione ha sicuramente esposto il fianco all’avversario sconfitto, da tempo in attesa di una rivalsa, che dunque non si è lasciato sfuggire un’occasione tanto ghiotta per tirar giù, con una logica quasi sillogistica, le seguenti conclusioni, appunto strumento pretestuoso e malevolo della sua ultima crociata antifascista, tanto fuori luogo tra i cittadini predappiesi:

• il sindaco Canali, negando il contributo ai viaggi nei luoghi dello sterminio nazifascista, si colloca vicino alla destra reazionaria, magari quella revisionista o, addirittura, negazionista dell’Olocausto;
• di conseguenza, Canali risulta indulgente verso le gravi responsabilità storiche del fascismo e volutamente, se non maliziosamente o falsamente, è anche arrendevole nel tollerare le frequenti intemperanze dei nostalgici in visita ai luoghi mussoliniani;
• ancora, Canali non è partecipe dei valori democratici e antifascisti della Costituzione, nega il ruolo della resistenza, asseconda il razzismo e l’antisemitismo, dunque va avversato, combattuto duramente.

Unica salvezza, riscatto da tanta destra predappiese reazionaria, può essere solo il ritorno nelle mani della sinistra che mai in passato ha fatto mancare il contributo delle sue amministrazioni ai viaggi della memoria.
Eppure il sindaco Canali, ora additato dai “compagni” come il male fascista opposto al bene antifascista, ha spiegato chiaramente e con onestà intellettuale le ragioni della sua scelta: non si può concepire e coltivare la memoria storica in modo circoscritto, unilaterale, dunque sostenendo soltanto iniziative unidirezionali, alla fine esclusive perché attinenti alla sola tematica dell’Olocausto.
Entro una visione oggettiva e imparziale della memoria storica Roberto Canali ha richiamato come nel Novecento la storia del nostro paese sia stata contemporaneamente segnata sia dal genocidio nazifascista sia da quello ad opera dei comunisti nei territori della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia: in entrambe le realtà storiche troviamo gli strumenti della persecuzione, della deportazione, infine dell’eliminazione di tanti connazionali per motivi politici o razziali o di “pulizia etnica”.

Pari attenzione, dignità e memoria storica vanno, quindi, riconosciute a queste due tragedie italiane, come, invece, non è stato fatto sinora, anteponendo solo la considerazione del genocidio nazifascista.
Roberto Canali coraggiosamente rifiuta l’unidirezionalità storica della logora, vetusta sinistra antifascista e allarga l’orizzonte della memoria a vicende ignorate oppure sacrificate per motivi ideologici o politici
Lager e forni crematori nazifascisti, da una parte, e campi di concentramento o rieducativi comunisti e foibe, dall’altra, si differenziano certo per una diversa scala numerica di vittime, se mi è consentita tale triste considerazione ragionieristica, ma in comune hanno la premeditazione, la pianificazione, l’organizzazione omicida, punti sui quali non ci sono affatto distinguo tra le due realtà storiche sul piano del giudizio umano e morale.
Con la sua decisione, così motivata, di non voler più contribuire ai viaggi della memoria Canali ha, innanzitutto, messo in atto la volontà, autonoma e legittima, della sua giunta di impegnare le risorse in progetti diversi, proprio come fanno tanti altri comuni che, da sempre e senza sollevare clamore, non finanziano iniziative nei luoghi dello sterminio nazifascista.

E questa decisione non contraddice affatto il ruolo amministrativo del sindaco, rappresentante e garante di tutti i cittadini, perchè contempera, armonizza la considerazione della memoria storica alle posizioni ideologiche e politiche di tutti predappiesi, quindi fuori da quegli schemi dogmatici, faziosi e divisivi che hanno caratterizzato i precedenti 70 anni di amministrazione predappiese della sinistra.
La condotta del sindaco Canali è molto più lineare, coerente rispetto a quella di quanti l’hanno preceduto con un atteggiamento ambiguamente ruffiano e cerchiobottista, magari anche concedendo con grande leggerezza, inavvedutezza licenze commerciali per la vendita di souvenir storici, spesso nulla di più di volgare paccottiglia neofascista.
Allora nessuno protestò e restò sopito ogni spirito antifascista!

Concludo accennando ai tempi e alle modalità di tutta la buriana che in questi giorni ha investito Predappio e i suoi cittadini: il centrosinistra sconfitto attendeva da tempo l’occasione per una bella stoccata alla giunta Canali e nell’imminenza delle regionali in Emilia Romagna questa opportunità, anche minima che fosse, andava trovata, sollecitata ad ogni costo, può sospingere la ripresa dall’ultima débacle elettorale amministrativa. D’altronde, il discredito del centrodestra tra Predappio e Forlì può favorire alle prossime regionali un recupero di credito da parte dei candidati del centrosinistra che, nel caso di quelli espressi dal nostro territorio, non si preannunciano di particolare spessore.
E’ bastata la pagliuzza del no di Canali ai viaggi della memoria per scatenare un gran putiferio, politico e mediatico, che ha colpito e turbato tutti i predappiesi: la macchina dell’informazione, nazionale e locale, era già pronta; la sentinella partigiana dell’ANPI non vedeva l’ora di entrare in campo; chi ha ispirato tutto l’inghippo assaporava la sua riscossa, confidando incautamente che si possa scatenare una tempesta in un bicchier d’acqua oppure, perché no, di sangiovese, data la vocazione vinicola del territorio predappiese.
La congiura anti Canali è stata, comunque, un flop: la maggioranza dei predappiesi, interessata alla discussione e soluzione dei problemi reali del paese, ha capito l’imbroglio, manifestando vicinanza e solidarietà al proprio sindaco.

Nonostante la sua magrezza Canali è persona ferma e tenace, supererà anche questa difficoltà. Occorre che a Predappio la vita si rassereni e la sua amministrazione continui a lavorare positivamente, come sinora ha dimostrato con l’impegno di fare e concludere.
Certo bisogna vigilare ed essere meno disponibili con chi rivela solo l’inclinazione all’inganno e all’impostura, occorre stare attenti che nella restauranda ex Casa del Fascio non rientri dalla finestra chi è stato messo alla porta.
Ai protagonismi personali, alle finalità subdole e interessate Canali ha dimostrato di saper opporre trasparenza e onesta determinazione, qualità essenziali del suo incontestabile spirito democratico.