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A Forlì dopo le “sardine” mancano solo “i bastoncini del capitano”

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Alla fine è scattata una sorta di “emulazione ittica”, Forlì non poteva esser da meno, così presto anche la sua piazza si riempirà di “sardine”, tante e tutte strette, stipate per dare visibilità, forza e voce forlivese all’omonimo movimento che dopo il debutto a Bologna si è presentato in piazza pure a Modena: unico plancton, alimento di dette sardine la battaglia contro Salvini. Queste le parole del diciannovenne Derik Maltoni, con Silvia Bartoletti e Nakia Gardini pescivendolo titolare della consociata pescheria forlivese “Movimento delle Sardine”: – Abbiamo deciso di riunire anche a Forlì le persone che hanno il coraggio di scendere in piazza contro la politica dell’odio. –

Programma mirato ad un solo bersaglio strategico, il pescecane Salvini, colpevole di montare la marea dell’odio! Questa la pastura gettata anche alle sardine forlivesi perché si raggruppino e facciano muro di squame all’insidioso predatore leghista! Dunque, una moltitudine ittica che sia MO.S.E. contro l’acqua alta dell’odio sociale e razzista, qualunquista e incolto, sovranista e parafascista dello squalo Lega: c’è da confidare che anch’essa presto arrugginisca, corrosa dal suo livore.

In fondo, è giusto che sia stata scelta la sardina a simbolo di questo ennesimo movimento: la sardina è una specie gregaria, vive in branchi, seguendo passivamente il comportamento di alcuni esemplari pilota, mai sola neppure in scatoletta sottolio, quindi è proprio la variante marina della pecora, altrettanto gregaria da vivere in gregge sotto la guida di chi la conduce a proprio piacimento.
L’una e l’altra sono la giusta metafora di tanto sardiname e pecorame politico, ora maldestramente manovrato di nascosto dal Partito Democratico per raccogliere ogni goccia di quel dissenso a Salvini che da solo non è in grado di intercettare e rappresentare: la stessa storia del “Movimento dei Girotondi”, alla fine conclusosi con un “tutti giù per terra” e un flop!

Molti hanno celebrato la tenacia delle sardine nello scendere in piazza nonostante il tempo freddo e piovoso di questi giorni.
Falso, è stata solo una terribile imprudenza, indotta da incauti capibranco: un pesce non sopravvive a lungo fuor dall’acqua, alla fine boccheggia ed è la fine, per questo sinora la pioggia è stata davvero provvidenziale per assicurare il nuoto di tanti pesci, vista la scarsità dell’acqua della balena rossa dopo l’estinzione di quella bianca scudocrociata.
Intanto, si registrano le prime adesioni al movimento forlivese, fra queste quella di un trascorso sindaco, ormai pesce in barile sottosale, e non mi sorprenderei se alla convocazione in piazza delle sardine forlivesi comparisse lui, il Capitano, accompagnato dai suoi fidati “bastoncini” di pesce congelato: sul mercato la concorrenza è tanta e bisogna pur difendersi.

Certo, le sardine, come tutto il pesce azzurro, sono ricche di Omega 3, grassi polinsaturi utili a prevenire diverse malattie, compresa la depressione di chi disperatamente oggi pesca nel mare torbido della chiamata in piazza per recuperare spazio e potere.
Scendendo in campo ittico la sinistra sbaglia tutto: il mondo acquatico è muto, al massimo abbocca all’amo di qualche maligno pescatore, quindi è impossibile il confronto tra voci contrapposte.
Ma forse in Emilia Romagna da sinistra si spera che tutto resti “zitti e mosca”!