parlami di te

Titolo: Parlami di te. Titolo originale: Un homme pressé. Regia: Hervé Mimran con Fabrice Luchini, Leïla Bekhti, Rebecca Marder, Igor Gotesman, Clémence Massart-Weit. Genere commedia drammatica, Francia, 2018, durata 100 minuti.

Trama – È la storia di un importante manager di un’azienda automobilistica che ha messo il lavoro, e l’accumulare beni materiali, al primo posto nella sua vita, trascurando i rapporti con le persone; sia della famiglia, sia colleghi di lavoro. Preso dalla foga di pensare solo alla sua carriera, ad un certo punto il suo fisico inizia a dare i primi segni di cedimento, fino alla comparsa di una grave malattia: l’ictus. Inizialmente non vuole dargli troppo peso, ma poi all’improvviso l’ictus gli cambia completamente la vita. Colpendolo soprattutto nell’area cerebrale connessa al linguaggio e facendolo diventare di colpo umano e buffo nella sua parlata bizzarra. Così, in maniera anche divertente, il regista ha saputo trattare la tragicità della malattia e dell’incomunicabilità tra il protagonista ed i suoi cari. E mentre è impegnato nella riabilitazione organica, cambia anche come persona e i suoi valori diventano più profondi, e riesce a recuperare anche il rapporto con la figlia adolescente, fino ad allora, quasi inesistente.

Il film parla di come una grave malattia che arriva all’improvviso, devastando la vita sia di chi la subisce sia di chi gli sta vicino, possa diventare l’occasione per cambiare i valori della vita e per diventare persone migliori. Lo fa in maniera leggera e divertente pur senza dimenticare la gravità dell’ictus, anche se per alcuni tra noi scriventi, è apparso essere un modo un po’ troppo semplicistico di affrontare i problemi che la malattia comporta.

A chi ne consigliamo la visione e perchè: a tutti coloro che vogliono vedere come si può affrontare un momento difficile in modo spensierato e fiducioso nel futuro; e soprattutto ai famigliari dei malati, per cercare di capire la situazione e di vedere una via di speranza al di là della malattia.

Loretta, Giovanna e Giovanni

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