«La beatificazione di Benedetta Bianchi Porro è anche un fatto sociale e non solo ecclesiale»

Per l'assessore Rosaria Tassinari si tratta di un evento che non riguarda solo la Chiesa ma anche la società civile forlivese

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La beatificazione di Benedetta Bianchi Porro non riguarda solo la Chiesa, ma anche la società civile forlivese. In particolare quelle realtà che come assessore vivo da alcuni mesi: lo stato sociale e la famiglia. Almeno per cinque motivi. In una società dominata dalla cultura nichilista come quella attuale, il messaggio che emerge dalla vita e dagli scritti di Benedetta è positivo, anche nelle situazioni più difficili, come la malattia, la sofferenza e il dolore” spiega in una nota l’assessora al welfare Rosaria Tassinari.

“La vita – scrive Benedetta- è meravigliosa anche nei suoi aspetti più terribili”. Tutto il contrario della mentalità attuale. In una società dominata dal pessimismo e dalla mancanza di futuro, tutta ripiegata solo sul presente, il messaggio di Benedetta che arriva dai suoi scritti ci aiuta a guardare il domani e il futuro, come ci indicano alcuni titoli dei suoi tanti libri su di lei, da il volto della speranza a vivere è bello. La nostra società è dominata dall’individualismo, mentre Benedetta ci richiama alla realtà sociale, perché la vita è Abitare negli altri” continua Tassinari.

Lo stato sociale ha bisogno di mezzi e di strutture, che però da sole non raggiungono gli obiettivi, senza una visione umana e collettiva degli operatori che animano il sociale. Nonostante i suoi problemi di salute, Benedetta aveva scelto di studiare medicina all’università statale di Milano “per aiutare gli altri”. Bene ha fatto l’università di Bologna con sede a Forlì, che da anni ha istituito un corso di alta formazione in economia e management dedicato a Benedetta, sottolineando così l’importanza del suo messaggio positivo anche in settori che possono sembrare lontani da lei, come l’economia, perché lei è portatrice di umanesimo integrale, che interessa cioè tutti gli aspetti della vita. Per questi e molti altri motivi, il messaggio di Benedetta è sociale, perché aiuta a pensare, a riflettere, a non disperare e ad avere fiducia e speranza, anche quando il mondo, la cultura e le strutture sociali fanno fatica a indicarci questi valori che sono alla base del vivere in società” conclude l’assessore Tassinari.

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