Fiume Ronco-Bidente

«I corsi d’acqua sono ormai l’unico elemento naturale rimasto in un territorio in grandissima parte antropizzato. Sono gli ultimi corridoi ecologici rimasti popolati da animali e con vegetazione spontanea. Grazie all’impegno di alcune associazioni ambientaliste forlimpopolesi e al sostegno di tanti cittadini è stato finora possibile creare un primo nucleo di un parco fluviale sul Ronco ma è necessario procedere oltre e sottoporre alle tutele di un parco regionale i territori del Ronco e del Montone, appositamente individuati nella cartografia allegata al progetto di legge. Per raggiungere questo obiettivo è stata proposta la promozione di una legge regionale di iniziativa popolare con le modalità previste dalle normative vigenti in Emilia Romagna, costituendo un comitato promotore di cui Fausto Pardolesi è il primo firmatario. Saranno necessarie 5000 firme autenticate del testo proposto.

Alla proposta hanno già aderito il comune di Forlimpopoli con l’assessore all’ambiente Pepperoni, il quartiere di Selbagnone, l’associazione I Meandri e Stefano Gotti, consigliere del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, tutti presenti insieme con altri ambientalisti alla conferenza stampa. La proposta di legge elaborata in conformità con la legge regionale quadro n.6 del 2005, è costituita da 10 articoli che indicano obiettivi e scopi del Parco e da elaborati cartografici nei quali sono definiti il perimetro del Parco e le diverse zone sottoposte ai diversi gradi di tutela.

La superficie del Parco misura circa 7000 ettari ed è suddivisa così: circa 2000 ettari sono compresi nel territorio di pertinenza del fiume Ronco mentre 5000 ettari sono compresi nel territorio del Montone, comprendendo anche l’asta del Rabbi e la parte forlivese del Sic di Converselle Rio dei Cozzi. La proposta è stata tenendo conto degli studi e delle elaborazioni compiute nel tempo da istituzioni, enti e associazioni e in particolare dal Piano Paesaggistico territoriale dell’Emilia Romagna e comprende le zone delimitate dal perimetro delle aree di valorizzazione ampliandole in parte ai limitrofi SIC, siti di importanza comunitaria.

Il territorio del Parco si estende ortogonalmente all’asse della via Emilia e comprende, per il Ronco, le aree dal ponte dei Veneziani a Meldola, fino al ponte di Bagnolo, mentre per il Montone comprende i territori che vanno da Castrocaro fino al ponte della ferrovia a Forlì e comprende le aste dei fiumi Montone, Ronco e più limitatamente Rabbi, le zone di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua, le zone golenali e gli alvei ed anche le limitrofe aree di particolare interesse paesaggistico e ambientale.

Sono individuati gli ampi greti fluviali impostati sulle conoidi dei fiumi con alveo attivo a rami anastomizzati; è rilevata la presenza di pozze e raschi, di terrazzi fluviali del greto consolidato, di foreste riparie, con porzione di alveo a sabbioni.
La zona ospita numerosi habitat d’interesse comunitario: forme vegetazionali degli alvei fluviali: arbustiva pioniera e legnosa, erbacea, nitrofila annuale; vegetazione pioniera a sedum, praterie semiaride, formazioni riparie a pioppi e salici e lembi di ontaneti; la fauna ittica è caratterizzata da specie d’interesse comunitario e localmente rare, è sito di nidificazione, svernamento e rotta migratoria per avifauna di interesse conservazionistico (comunitario, regionale e locale) legata agli ambienti dei prati aridi, dei greti arbustati fluviali e delle zone umide temporanee.

Nell’area numerose le specie animali di grande interesse naturalistico: sono presenti lupi, istrici, caprioli, tassi, cinghiali mentre a Rio dei Cozzi da anni nidifica l’aquila.
Trattandosi di territori soggetti fin dall’antichità ad insediamenti storici non urbani sono individuate zone classificate come complessi archeologici ed aree di concentrazione di materiali archeologici e nella cartografia sono indicate con barrato diagonale di colore rosso e individuate con la lettera b) Castiglione, c) Petrignone, d) Monte poggiolo, c) Selbagnone, f) Ausa vecchia.

Sono individuate l’area dei calanchi argillosi dei Converselle e dell’emergenza rocciosa calcarea dello “spungone”, calcarenite organogena pliocenica, nel suo tratto più continuo e rilevante che si estende parallelamente alla Via Emilia dal torrente Marzeno fino a Rio dei Cozzi in prossimità del Montone nonché il sito Selva di Ladino, localizzato nell’alta pianura forlivese a ridosso della prima collina, comprende il lembo residuo di bosco planiziale di querce la striscia boscata ripariale del fiume Montone dal parco fluviale di Castrocaro fino all’altezza di Rovere. Un’ampia zona di protezione e di valorizzazione agro-ambientale comprende principalmente aree agricole nonché anche aree degradate da naturalizzare.
Subito dopo le elezioni amministrative il comitato di cui Pardolesi è il primo firmatario si metterà in moto per effettuare tutti gli atti necessari per portare a termine la proposta e costituire il parco, confidando nel sostegno dei tantissimi cittadini amanti della natura».

Forlì Solidale e Verde

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