Non saranno più gli inglesi di una volta, però Westminster è sempre uno spettacolo. Ieri sera, quando erano in gioco le sorti del governo May, i deputati sono tornati rapidamente alle loro poltrone, hanno ascoltato lo speaker dalla voce stentorea e dalla posa un po’ teatrale, poi è stata data la parola al primo ministro e al capo dell’opposizione: 2-3 minuti ciascuno. Alla House of Commons si sta seduti e non c’è un tavolo su cui stravaccarsi. Anche lì sono rumorosi, ma assensi e dissensi seguono una precisa tradizione sonora, molto civile. La sensazione è che a Westminster non si stia particolarmente comodi (parlo dal punto di vista fisico), ragion per cui le cose si esprimono con l’enfasi e la rapidità necessarie. Detto ciò, la classe politica non pare qualitativamente superdotata rispetto alla nostra (ed è un efumismo). Più educata, però, sì.