Forlì dall'alto foto di renzo zilio

«Da decenni si discute e si fanno ipotesi sulla strada della Cava di Vecchiazzano. Ora il Comune, con la destinazione dei fondi resi utilizzabili dal Governo, ritorna a riproporla ancora una volta. I sostenitori adducono la scusa di decongestionare di traffico il quartiere che subisce il massimo dell’ingorgo nelle ore di punta al raccordo fra le rotonde ospedale, il ponte sul Rabbi e la rotonda viale dell’Appennino. La strada scorrerebbe a monte del quartiere fra via Veclezio e via del Partigiano, riportando però i mezzi che la percorrono nel punto critico.

L’altro motivo riguarderebbe la cava, nonostante i cavatori non la volessero, perchè antieconomica e inutile tanto è vero che la dovrà pagare il Comune. In verità una strada a due corsi larga 8 metri a ridosso di quartieri già fortemente edificati e con la prospettiva del completamento tangenziali, ha unico obiettivo sottaciuto: soddisfare appetiti edificatori a ridosso di tutto il suo percorso. D’altronde il Comune in questi anni ci ha abituati a una molteplicità di varianti urbanistiche tutte volte a soddisfare le esigenze degli immobiliaristi e dei centri commerciali.
I cavatori nel loro progetto hanno inserito una alternativa alla viabilità costituita dall’attraversamento del Rabbi a Collina e comodo collegamento alla tangenziale est. Altre proposte le hanno avanzate più volte i Verdi che non si sono limitati a mettere in evidenza l’assurdità dell’opera e si sono cimentati nella elaborazione di una soluzione praticabile e che non devasti il territorio.

Niente da fare, il partito del cemento e dell’asfalto la fa come sempre da padrone, ogni scelta è volta a soddisfarne gli interessi. In Comune facendo finta di non saperlo, sono andati dritto, hanno fatto le acquisizioni delle aree, la bonifica degli ordigni bellici, ora vogliono fare il progetto esecutivo per devastare un’altra porzione di territorio, le dolci colline sopra Vecchiazzano, i torrenti che le discendono con i loro corridoi ecologici costituiti da alberature di ripa, tagliandoli con un’altra colata inutile dia asfalto, che resterà per sempre, per trasportare per qualche anno la ghiaia estratta a spese dei cittadini forlivesi fuori dal sito di di cava.

Il costo di realizzazione della strada copre buona parte il valore del materiale estratto e questo basterebbe a giustificare l’affossamento del progetto. Ma non ci sentono, piace al Sindaco e alla sua assessora al ramo la musica delle betoniere. Se con opere come questa, ridicolmente giustificata dalla spesa già effettuata per gli espropri, costituiscono l’argomento politico per contrastare l’avanzata dei partiti oggi al governo si sbagliano di grosso: è solo la certificazione della incapacità di progettare per un futuro desiderabile per i cittadini anzichè mettere territorio e risorse economiche al servizio dei soliti interessi».

Federazione dei Verdi di Forlì-Cesena

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