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Il ballo da sempre una passione dei romagnoli

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Il programma degli intrattenimenti serali di “Pesche in festa” prevede appuntamenti musicali durante i quali si può ballare grazie alla pista che è stata montata appositamente. Già dalla prima serata sono stati in molti a cimentarsi nei balli accompagnati dai brani eseguiti dal gruppo musicale “I Bò… e i Strapazò”. Lo si potrà fare anche in occasione della chiusura della festa, prevista per domenica 22 luglio, quando, alle ore 21,00, sarà il Trio Iftode a proporre il meglio dei valzer, delle polke e delle mazurke romagnole.

Il ballo da sempre è una grande passione per la gente delle nostre zone. Così afferma Icilio Missiroli nel libro “Èria ‘d Rumâgna”: “In ogni momento, in ogni occasione i Romagnoli sono disposti a ballare. Si ballava per un fidanzamento o un matrimonio, alla fine della falciatura delle erbe o della mietitura, nelle stalle, l’inverno, o, d’estate, nelle aie. Bastava poco: una fisarmonica (“un urganên”) o una ocarina. I più fortunati potevano avere, oltre la fisarmonica, anche un clarino e un violino. Ma c’erano anche le vere feste, i veglioni ai quali partecipavano orchestre famose.

Più di tutte quella di Carlo Brighi, “e’ Zaclên” (anatroccolo, soprannome del noto musicista al quale si deve la nascita della musica popolare romagnola: tutto quello che oggi chiamiamo “liscio” con un termine che non rende giustizia al genere ma che dà il senso a un fenomeno musicale ndr). Brighi che coi suoi valzer trascinava i ballerini fino alla frenesia. (…) Del resto, quando si era in ballo, scrive ancora
Missiroli, tutti dovevano ballare: “o bal, o scussê e’ cul” (o ballare, o scuotere, dimenare, il sedere) per seguire al meglio il ritmo frenetico dell’orchestra fra l’urlare dei ballerini entusiasti. Grande affollamento, quasi impossibile muoversi nella folla, ma “csa s’ fal a nô la chéica, basta ch’u s’ bala!” (che cosa ci importa della calca, della ressa, purché si balli!) si diceva. E alla meglio si ballava”.
Una tradizione che può essere solo incentivata. Fra l’altro fa bene anche al fisico e allo spirito.