«Che le primarie, nel Pd, fossero diventate un optional, da utilizzare per lo più – ormai – solo in senso plebiscitario, quando non c’erano avversari potenzialmente competitivi sul campo, ce n’eravamo già accorti. Oggi direi che, riconducendo le decisioni post 4 marzo nell’ambito dell’Assemblea e in ultima analisi della Direzione, si ritorna al “ceto politico” anche formalmente. Il “ceto politico” del centro-sinistra è tuttavia quello che ha gestito e perduto clamorosamente la campagna elettorale, dimostrando di non avere più neppure la capacità del vecchio “professionismo politico” di un tempo. Come esso possa rigenerare il Pd resta quindi per me un mistero».
Il patrimonio immateriale
«Stamattina sono andato a Cervia per presentare il Registro dei Beni immateriali che, partendo da un appello ai cittadini e da un’adeguata preparazione, il Comune intende promuovere sulla scorta della Convenzione Unesco del 2003. Si tratta di un’operazione interessante, perché rovescia il paradigma del patrimonio ex codice dei beni culturali (imperniato sul primato dell’oggetto e del ruolo dello Stato), aderendo ad un’idea assai più orizzontale. Certo, la selezione – inevitabile – di “che cosa portare nel futuro” non sarà semplice. Mi sono limitato a ricordare che chi si occupa di patrimonio culturale non lavora per sé e neppure per i cittadini, grandi e piccoli, che conosce, ma per generazioni future non ancora nate. Ciò rende il nostro lavoro molto speciale, molto delicato e in genere difficile da capire».