Partendo dall’art. 25 della Dichiarazione Universale sui Diritti dell’Uomo questo diritto viene così descritto: “Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”. In base a questo articolo vorrei raccontarvi l’esperienza da me vissuta martedì scorso.
Sono andata a fare un radiografia di controllo alle anche ignara della sorpresa che avrei trovato lì… mi sono trovata di fronte ad un un lettino che a parer mio risulta “inaccessibile” a chiunque poiché la sua altezza è non regolabile in nessun modo. Io ho avuto la fortuna in quel momento di avere accanto una persona che mi aiutasse a salirci su e per questo motivo l’altezza è diventata superabile. Ma mi chiedo come possano affrontare questa situazione altre persone con condizioni fisiche e cliniche diverse e senza l’aiuto di nessuno che le aiuti: esso risulta davvero inaccessibile.
Arrivati a questo punto, sorge in me spontanea una riflessione: perchè un’attrezzatura medica che dovrebbe essere accessibile a tutti al di là delle condizioni fisiche non lo è? Questo è un punto di partenza per creare una vera accessibilità che dovrebbe nelle azioni di ognuno di noi! Supportati soprattutto dell’evoluzione tecnologica del 2017.
Paola Negosanti