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L’anniversario dell’attentato all’Italicus e il sacrificio di Silver Sirotti

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Ultimo aggiornamento:

Silver Sirotti (tratto da “Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento” Vol. 2 di Marco Viroli e Gabriele Zelli).

A Forlì, all’angolo tra via Cristoforo Colombo e viale della Libertà, la via che da sotto l’arco ex Inail attraversa l’area ex Mangelli è intitolata a Silver Sirotti. Nato a Forlì nel 1949, Sirotti si diplomò all’I.T.I.S. “Marconi” nel 1968. Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974, sul rapido “Italicus” che collegava Roma con il Brennero, un attentato terroristico, poi rivendicato dal gruppo di estrema destra Ordine Nero, provocò dodici morti e quarantaquattro feriti. L’esplosione avvenne appena dopo la galleria di San Benedetto Val di Sambro, sulla linea Firenze-Bologna, a circa 40 chilometri dal capoluogo emiliano. Purtroppo tra le vittime vi fu anche il ferroviere forlivese Silver Sirotti, appena venticinquenne.

Così venne descritto il sacrificio di Sirotti da due agenti di polizia, testimoni oculari di quei drammatici momenti: «Improvvisamente il tunnel da cui doveva sbucare il treno si è illuminato a giorno, la montagna ha tremato, poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza di inerzia, è arrivato fin davanti a noi. Le fiamme erano altissime e abbaglianti. Nella vettura incendiata c’era gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente poiché le lamiere esterne erano incandescenti. Dentro doveva già esserci una temperatura da forno crematorio. “Mettetevi in salvo”, abbiamo gridato, senza renderci conto che si trattava di un suggerimento ridicolo data la situazione. Qualcuno si è buttato dal finestrino con gli abiti in fiamme. Sembravano torce. Ritto al centro della vettura un ferroviere, la pelle nera cosparsa di orribili macchie rosse, cercava di spostare qualcosa. Sotto doveva esserci una persona impigliata. “Vieni via da lì”, gli abbiamo gridato, ma proprio in quel momento una vampata lo ha investito facendolo cadere accartocciato al suolo».

Sirotti era in servizio sull’Italicus e, dopo essere sopravvissuto allo scoppio, si prodigò per prestare soccorso ai numerosi feriti. Viste le fiamme che si diffondevano sempre più, Sirotti impugnò un estintore e andò verso la vettura dove era avvenuta l’esplosione. Purtroppo il suo coraggio e la sua generosità gli costarono la vita.
Il 7 agosto alcuni presunti attentatori furono arrestati ma subito dopo scarcerati. Ad oggi i responsabili della strage dell’Italicus non sono ancora stati individuati.
Assieme alla strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974 e alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, quello all’Italicus è considerato tra i più gravi attentati che ebbero luogo nel corso degli “anni di piombo”.

Nei pressi del binario 1 della stazione di Bologna una lapide ricorda il sacrificio del giovane eroico ferroviere forlivese:
SILVER SIROTTI / DEL PERSONALE VIAGGIANTE / DI BOLOGNA / “IMMOLAVA LA / GIOVANE VITA / AI PIÙ ALTI IDEALI / DI UMANA / SOLIDARIETÀ” / TRENO ITALICUS – 4 VIII 1974
A Forlì, il parco situato in via Ribolle è dedicato alla memoria di Silver Sirotti. Al centro dell’area verde, un piccolo cippo posato a terra riporta su una lapide le parole con cui, nel 1975, con Decreto del presidente della Repubblica, venne conferita a Sirotti la Medaglia d’oro al valore civile alla memoria:
CONTROLLORE IN SERVIZIO, IN OCCASIONE DEL CRIMINALE ATTENTATO AL TRENO ITALICUS NON ESITAVA A LANCIARSI, MUNITO DI ESTINTORE, NEL VAGONE OV’ERA AVVENUTA L’ESPLOSIONE PER SOCCORRERE I PASSEGGERI DELLA VETTURA IN FIAMME. NEL NOBILE TENTATIVO, IMMOLAVA LA GIOVANE VITA AI PIÙ ALTI IDEALI DI UMANA SOLIDARIETÀ. ESEMPIO FULGIDO DI ECCEZIONALE SPREZZO DEL PERICOLO E INCONDIZIONATO ATTACCAMENTO AL DOVERE, SPINTI FINO ALL’ESTREMO SACRIFICIO.

Ogni anno, la mattina del 4 agosto, le massime cariche cittadine si recano in visita al giardino di via Ribolle per commemorare il ricordo del giovane concittadino che immolò la propria vita per cercare di salvare quella di altri innocenti, vittime della follia del cosiddetto terrorismo “politico”.

La Rubrica Fatti e Misfatti di Forlì e della Romagna è a cura di Marco Viroli e Gabriele Zelli