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L’immagine della Madonna dei Fiori

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Ultimo aggiornamento:

La Madonna dei fiori. L’immagine pag. 15 e pag. 16. Madonna col Bambino (del tipo detto “Madonna Pazzi”) 1430 / 1440 circa. Da Donatello, replica di bottega. Bassorilievo scontomato in stucco dipinto con tracce di doratura. L’immagine misura cm. 71 x 52 x 4, con la cornice cm. 82 x 65. Chiesa dei Santi Nicolò e Francesco a Castrocaro Terme.
Il rilievo evidente replica da un notissimo marmo di Donatello conosciuto dal luogo della sua probabile provenienza – Palazzo Pazzi a Firenze – con il nome di “Madonna Pazzi” (fig. 2) ed attualmente alla Staatliche Museen di Berlino, è custodito all’interno di un apposito altare in marmo costruito nel 1940 lungo la parete destra della chiesa e raffigura la “Madonna col bambino” venerata col titolo di “Madonna dei Fiori” come patrona di Castrocaro. La chiesa dove è conservato, ricorda il Casadei “appartenne ai minori di San Francesco che avevano il convento attiguo alla chiesa e del quale si hanno notizie fino al 1280”; nel 1783 venne soppresso il Convento dei Frati Conventuali e la chiesa diventò parrocchiale”.

L’Abate Giovanni Mini – un erudito del secolo scorso vissuto a Castrocaro descrive il rilievo con particolare precisione “…nella cappella di mezzo – a destra dell’entrata – v’ha un’Immagine in stucco di basso rilievo di Nostra Donna, venerato sotto il titolo di Madonna dei fiori, sulla quale – non ha guari – venne esternato il giudizio da un intelligente dell’arte (l’autore come spiega in una nota si riferisce al Cavalier Filippo a quel tempo Iaspettore Governativo per gli oggetti d’arte e d’antichità) essere appunto esso uno stucco antichissimo a basso rilievo di Donatello o di Lorenzo Ghiberti, non potendo e non dovendo si pregevolissima opera essere anteriore o posteriore all’epoca loro, cioè al 1400.
L’Immagine della Vergine col bambino è rilevata su di uno stucco – di fondo rettangolare, con fondo smaltato – che misura nella sua altezza C. i settantotto e nella larghezza C. i venticinque ed è compresa in un tabernacolo di legno a velatura dorata e rossa, con angoli in mezzo scannellati, su cui – alle basi superiore e inferiore – s’abbassano e s’innalzano festoncini di lauro”. La descrizione continua poi soffermandosi sulla policromia del rilievo che mi sembra di una certa importanza: “i volti e le mani, non che ambo le gambe del fanciullo – per la loro lucida invetratura a vernice – ritraggono della terra invetriata. Il capo della Vergine è avvolto da un aureo manto, che, con panneggiamento ben ordinato e con religiosa cura, le ricopre il petto e tutto il busto, tranne la metà del braccio destro, che scorgesi rivestito di manica – color turchino oscuro – e su cui posa un panneggiamento di simil colore, che ti palesa il rovescio dello stesso manto.

Su di questo – dal capo agli omeri – si sorvola con leggiadro contrasto, un velo bianco di finta trina finissima, da cui traspare lo stesso sottostante panno dorato. Il Putto ha una corta e succinta vesticciuola di color turchino alquanto chiaro, su cui campeggiano innumerevoli stelle dorate e che lascia vedere la destra coscia e ambedue le gambe e i piedini, che tiene graziosamente intrecciati. Ambo i capi sono circondati da aureole o più fasciette simmetricamente disposte, collegate e divise da bottoni, da fregi, da fusaroli e da leggerissime foglie. Finalmente attorno ai tre lati,del rettangolo dell’alto rilievo, vedesi con bello studio connesso un prezioso smalto turchino qua e là, cosparso di stelle d’oro”. Inoltre in una nota del testo ricorda anche “ la velatura d’oro che vi si vede nei capelli…”. Sempre il Mini suppone che il rilievo “ venisse acquistato o da qualche doviziosa famiglia del castello, o portata da Firenze da qualche commissario o capitano della repubblica fiorentina, mentre soggiornava in Castrocaro”.

Due le ipotesi sull’origine del titolo di “Madonna dei Fiori”, per alcuni deriverebbe dall’essere stata rinvenuta in un cespuglio di fiori freschi in tempo d’inverno. Per altri il titolo trarrebbe origine dall’avere visto la Vergine, in tempo di peste, benedire il paese con un mazzo di fiori in mano.
Pagine tratte dal libro: “La Madonna dei Fiori”, autori: Giuseppe Mengozzi e Antonio Zaccaria, prefazione di Mons. Adalberto Mambelli parroco di Castrocaro nel XL di permanenza. Finito di stampare nel 1995 dalla Tipografia Castrocarese di Castrocaro Terme (FC). Testo tratto dalla biblioteca privata di mio padre Savelli Tristano.

Rosetta Savelli