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Agosto 1495: l’assassinio di Giacomo Feo

Di Marco Viroli Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 31 gennaio 2024
Agosto 1495: l’assassinio di Giacomo Feo

Il 27 agosto 1495 un’allegra brigata rientrava da una giornata passata a caccia di uccelli nei dintorni di Cassirano. Sul carro stavano Caterina, la figlia Bianca e alcune dame di corte. Dietro seguivano a cavallo Giacomo Feo, Ottaviano e Cesare Riario, e un drappello di soldati e scudieri.

Mentre calava la sera la comitiva passò Porta Schiavonia. Al Ponte dei Brighieri, in prossimità della Chiesa della Santissima Trinità, ricevette il saluto di un gruppetto di sette uomini: Gian Antonio Ghetti, soldato fedelissimo di Ottaviano, Domenico Ghetti, parente di Gian Antonio, il Fiorentino, suo servitore, il bolognese Filippo delle Selle, due preti di campagna (don Pavagliotta e don Domenico da Bagnacavallo) e un contadino.

Al passaggio del Feo, Gian Antonio Ghetti si parò innanzi al suo cavallo e lo trattenne per le briglia, mentre il Fiorentino si avventò sull’incredulo Giacomo infliggendogli un colpo di partigiana che lo trapassò da parte a parte. Nessuno della scorta armata reagì. Il Feo venne disarcionato e, una volta caduto a terra, tutti i congiurati gli si avventarono addosso. Al malcapitato venne tagliata la gola e spaccata la testa, tanto che, come scrisse il Cobelli, “parea una mela granata aperta”.

Caterina saltò giù dal carro e salì su un cavallo, con il quale corse al galoppo sino alla Rocca di Ravaldino. I figli Cesare e Ottaviano preferirono invece rifugiarsi a casa di un amico. I sette congiurati intanto erano corsi fino in Piazza Grande al grido di “Ottaviano, Ottaviano! Caterina, Caterina!”.

La notizia dell’uccisione dell’odiato usurpatore fece ben presto il giro della città. In breve una piccola folla si radunò in piazza, incredula, forse ancora incapace di decidere da che parte schierarsi. Gian Antonio Ghetti cercava di portare la folla dalla sua parte gridando che l’assassinio del Feo era stato voluto dalla contessa, che in tal modo intendeva tutelare i diritti dei Riario. Dalla rocca sopraggiunse però un messaggio opposto con il quale Caterina definiva infame l’attentato a Giacomo Feo e chiedeva che fosse fatta giustizia. Il Ghetti corse allora fino alla Chiesa di Santa Croce dove venne raggiunto dalla folla che, in breve, lo accerchiò e fece scempio del suo corpo riducendolo in una poltiglia.

La Rubrica Fatti e Misfatti di Forlì e della Romagna è a cura di Marco Viroli e Gabriele Zelli

L'autore

Marco Viroli
Marco Viroli

Marco Viroli, scrittore, copywriter e giornalista pubblicista, è nato a Forlì nel 1961. Laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione eventi. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di relazioni esterne per una fondazione di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” e con “Forlì nel Cuore”. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” su «Diogene», di cui, dal 2013, è direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa rispettivamente le campagne elettorali degli attuali sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Dal 2013 collabora con l’agenzia di comunicazione integrata PubliOne, inoltre tra il 2014 e il 2016 è stato addetto stampa della squadra di volley femminile forlivese, che milita nei campionati nazionali di serie A. Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004) e Nessun motivo per essere felice (2007). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015). Nel 2014, insieme agli storici Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila.

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