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Samorì: «Mi chiamo Sara e non Sandra e abbandono Casa Vianello»

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Due giorni dopo le dichiarazioni ufficiali rilasciate sul proprio sito dal Ravenna Basket, a proposito degli scenari riguardanti la trattativa che aveva come obiettivo quello di creare un’entità sportiva nuova risultato della fusione delle due realtà territoriali di Forlì e Ravenna, abbiamo incontrato Sara Samorì, assessore allo sport del Comune di Forlì, principale artefice di questo progetto. Sentite quello che ci ha raccontato: “Il progetto del Team Romagna si è arenato anche se noi come Amministrazione ci abbiamo sempre creduto e fino all’ultimo (un’ora prima del comunicato ufficiale pubblicato sul sito di Ravenna) abbiamo mantenuto un canale aperto e preferenziale con i nostri interlocutori. Logicamente i toni del comunicato in questione in cui Forlì non viene menzionata, se non con un ruolo marginale, chiudono la porta a qualsiasi trattativa. Non siamo interessati, infatti, a sviluppare una collaborazione che ci veda coinvolti solamente come sede di alcune partite di una società itinerante che rimbalza come una pallina da ping pong fra i vari impianti della Romagna. Questo progetto che abbiamo fortemente voluto è ciò che noi consideriamo la miglior prospettiva possibile per le generazioni future; era finalizzato a creare una società nuova senza però perdere di vista le radici delle diverse realtà“. 

Con Vianello (presidente del Ravenna Basket Ndr) – continua l’Assessore – verso cui non serbo rancore, avevamo già affrontato diverse questioni tra le quali colori sociali, nome della squadra che doveva essere frutto di un sondaggio tra i tifosi, e alcune figure sul territorio che avrebbero potuto fare al caso nostro per ricoprire ruoli di primo piano all’interno della nuova società. Sono molto delusa, non piango per come si è chiusa la vicenda; a noi come ai tifosi i diktat non piacciono. Il comunicato suona come tale, noi non giochiamo a questo gioco e a queste regole, soprattutto perché avevo esplicitamente chiesto, non più tardi di domenica, al presidente un incontro per confrontarci e questo naturalmente non è avvenuto”.

Crediamo che a questo punto la situazione su questo fronte sia congelata. “Sono convinta – spiega Sara Samorì – di avere fatto tutto il possibile per portare a termine la trattativa, anche il Sindaco in questi ultimi tempi si è speso molto, ma se la nave non ha attraccato in porto non ci sono responsabilità. Dobbiamo perciò rimboccarci le maniche e cercare nuove soluzioni per raggiungere il nostro obiettivo: quello di riportare il basket, in qualsiasi serie si giochi, a Forlì. Sicuramente qualcuno potrà obiettare che sono stata uno strumento inconsapevole della Dirigenza giallorossa e che sono stata usata come rompighiaccio tra quest’ultima e i freddi colleghi bizantini. Sicuramente in queste parole c’è un fondo di verità, ma nessuno potrà mai dire che non ho inseguito un progetto ambizioso. Rifarei tutto quello che ho fatto e lo rifarò, mi circonderei delle stesse persone di cui mi sono circondata; siamo tutti perfettibili e dobbiamo imparare dai nostri errori. Io sto parlando con te di ieri ma, mentre lo faccio, guardo già al domani (… ipotizziamo noi come strada percorribile dal Comune di Forlì ora la richiesta alla Lega Nazionale di Pallacanestro di un titolo sportivo di serie B, più complicato il reperimento di un titolo di categoria superiore e il coinvolgimento nel progetto appena descritto di un atleta autoctono…) Il progetto – conclude l’Assessore – deve partire da solide basi e non siamo più sprovveduti come lo eravamo a gennaio quando ci siamo imbarcati in questa nuova avventura. Abbiamo acquisito credibilità su più fronti e la sfrutteremo per portare a compimento il nostro disegno. In questa ottica abbiamo in essere una revisione del tariffario per l’affitto delle nostre strutture per rendere più appetibile la nostra città agli occhi di dirigenti di altre società”.