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L’ex partigiano Giorgio Pettini sul bombardamento di Forlì

Di Gabriele Zelli Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 12 luglio 2024
L’ex partigiano Giorgio Pettini sul bombardamento di Forlì

Nel 2008 Giorgio Pettini, già comandante partigiano nel frattempo deceduto, mi fece pervenire una testimonianza scritta che conservo, nella quale riporta una sua testimonianza sul bombardamento del 25 agosto 1944. Di seguito riporto le parti salienti dello scritto di Giorgio Pettini.

«Don Pippo aveva un coraggio incredibile. Sette giorni dopo l’impiccagione in Piazza Saffi di Corbari, di Iris Versari, di Casadei e del mio fraterno amico Arturo Spazzoli, poco dopo le 9,00 di mattina di un giorno assolato quattro stormi di bombardieri bimotori Boston piombarono su Forlì. Non venivano dal mare come al solito e volavano bassissimi a 2000 metri. Colpirono il centro storico sino alla ferrovia. Fu una strage di cui fui spettatore. Provo a rievocare. Mi trovavo San Tomè a sei chilometri da Forlì. Questa località tornerà altre volte nella tragedia della guerra in Romagna. Vi avrei dovuto essere impiccato il 4 settembre insieme ad altri otto sventurati fra cui quattro ebrei.

Il suo Parroco Don Bruno Bazzoli si offrì come ostaggio per salvare la vita agli innocenti che i tedeschi volevano impiccare per una rappresaglia totalmente ingiustificata. Da dove mi trovavo vidi immense nuvole di fumo nero alzarsi nella direzione del centro cittadino. Non indugiai e corsi verso la città perché sapevo che nella sede del Credito Romagnolo in Piazza Saffi tutti i giorni, bombe o no, mio padre andava a lavorare. Mentre ero appena giunto sotto il loggiato di destra, dov’è lo storico palazzo del Podestà, giunse l’ultima ondata di bombardieri. Vidi Don Pippo in piedi solitario poco vicino al monumento a Saffi raccogliere feriti, con le sue deboli forze. Benedire i caduti, tentare di fermare emorragie. Abbattuto dalle esplosioni si rialzava sempre e correva da un caduto all’altro.

Si era creata da tempo un’inspiegabile consuetudine. Ad ogni allarme aereo chi lavorava o abitava attorno a Piazza Saffi si rifugiava in San Mercuriale nell’assurda convinzione che l’Abbazia non sarebbe stata colpita. Don Pippo mi vide e fece un cenno. Ma potevo solo fuggire perché scomparso l’ultimo bombardiere la piazza si affollò di militari tedeschi ed italiani e di polizia. Dovetti fuggire velocemente perché ero un noto comandante partigiano. Se fossi caduto prigioniero i nazifascisti potevano impadronirsi dei segreti dell’organizzazione oltre che torturarmi ed uccidermi. Mi avrebbero dedicato un altro lampione dopo i quattro su cui vennero appesi i miei amici della brigata Corbari».

L'autore

Gabriele Zelli
Gabriele Zelli

Ex sindaco di Dovadola, classe 1953, dal 1978 al 1985 dipendente del Comune di Dovadola. Come volontario in ambito culturale è stato dal 1979 al 1985 responsabile della programmazione del Cinema Saffi e dell'Arena Eliseo di Forlì e dal 1981 al 1985. Coordinatore del Centro Cinema e Fotografia del Comune di Forlì. Nel giugno 1985 eletto Consigliere comunale e nell'ottobre 1985 nominato Assessore comunale di Forlì con deleghe alla cultura e allo sport. Da quell'anno ha ricoperto per 24 anni consecutivi il ruolo di amministratore dello stesso Comune assolvendo per tre mandati le funzioni di Assessore e per due a quella di Presidente del Consiglio comunale. Dirigente e socio di associazioni culturali, sociali e sportive presenti in città e nel comprensorio. Promotore di iniziative a scopo benefico. E' impegnato a valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico di Forlì e della Romagna. A tale scopo dal 1995 ha organizzato una media di oltre 80 appuntamenti annuali, promuovendo anche interventi di recupero del patrimonio architettonico di alcuni edifici importanti o delle loro parti di pregio. Autore di saggi e volumi, collabora con settimanali, riviste locali e romagnole. Dirigente dal 1998 di Legacoop di Forlì-Cesena in qualità di Responsabile del Settore Servizi. Nel 1997 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

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