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In ricordo di Corbari, Versari, Casadei e Spazzoli

Di Gabriele Zelli Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 12 luglio 2024
In ricordo di Corbari, Versari, Casadei e Spazzoli

Il 18 agosto 1944 i forlivesi dovettero assistere a uno spettacolo odioso e indegno, quello dei corpi dei principali esponenti della Brigata Corbari appesi ai lampioni di piazza Saffi dopo che il giorno precedente erano stati impiccati a Castrocaro Terme. La brigata, nota col nome di Banda Corbari, riuscì anche a impiegare fino a 140 elementi, per la maggior parte giovani, ed ebbe come base operativa la zona che si estende fra Sadurano e Faenza, e anche le azioni di cui furono protagonisti i componenti della formazione partigiana, Corbari per primo, si svolsero in paesi e città limitrofe.

Venivano decise azioni volte a cogliere di sorpresa il nemico e miranti a sfilacciare la rete di collegamenti approntata nel Forlivese e nel faentino dalle truppe tedesche e dalla milizia fascista. Le figure di Silvio Corbari e dei suoi compagni furono presto note in zona perché si resero protagonisti di alcune beffe temerarie e audaci che colpirono la struttura militare tedesca mettendone in dubbio l’organizzazione e l’efficienza, così come colpirono appartenenti alle forze dell’ordine o delle organizzazioni fasciste mettendoli in ridicolo agli occhi dei cittadini. Per questo, dopo la cattura di Silvio Corbari, Iris Versari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli, i loro assassini si accanirono sui loro corpi che esposero con ostentazione sulle piazze di Castrocaro e di Forlì.

Nella lapide posta il 18 agosto 1945 su uno dei due lampioni divenuti tristemente celebri viene ricordato che: “Dai bracci di questi candelabri penzolarono impiccati per ischermo e ludibrio il 18 agosto 1944 i cadaveri dei partigiani Sirio Corbari (Sirio era il nome registrato all’anagrafe ndr), Adriano Casadei, Arturo Spazzoli, Iris Versari, testimonianza della efferata abbiettezza dei fascisti e monito ai cittadini che l’incolumità e la dignità della persona non vanno mai disgiunti dalla conquista e dalla difesa della libertà”.

I quattro partigiani sono stati ricordati domenica 17 agosto 2014 a San Valentino e a Cornio, nei luoghi dove avevano trovato rifugio prima di essere catturati, durante una manifestazione promossa dai Comuni di Modigliana e di Tredozio. Oltre a numerosi cittadini, autorità e rappresentanti di associazioni, erano presenti i familiari di Corbari e di Spazzoli, la sorella di Adriano Casadei e gli ex appartenenti alla formazione partigiana di Corbari Sergio Giammarchi e Francesco Renzini; questi ultimi molto emozionati nel ricordare i loro compagni di lotta che persero la vita esattamente 70 anni fa.

L'autore

Gabriele Zelli
Gabriele Zelli

Ex sindaco di Dovadola, classe 1953, dal 1978 al 1985 dipendente del Comune di Dovadola. Come volontario in ambito culturale è stato dal 1979 al 1985 responsabile della programmazione del Cinema Saffi e dell'Arena Eliseo di Forlì e dal 1981 al 1985. Coordinatore del Centro Cinema e Fotografia del Comune di Forlì. Nel giugno 1985 eletto Consigliere comunale e nell'ottobre 1985 nominato Assessore comunale di Forlì con deleghe alla cultura e allo sport. Da quell'anno ha ricoperto per 24 anni consecutivi il ruolo di amministratore dello stesso Comune assolvendo per tre mandati le funzioni di Assessore e per due a quella di Presidente del Consiglio comunale. Dirigente e socio di associazioni culturali, sociali e sportive presenti in città e nel comprensorio. Promotore di iniziative a scopo benefico. E' impegnato a valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico di Forlì e della Romagna. A tale scopo dal 1995 ha organizzato una media di oltre 80 appuntamenti annuali, promuovendo anche interventi di recupero del patrimonio architettonico di alcuni edifici importanti o delle loro parti di pregio. Autore di saggi e volumi, collabora con settimanali, riviste locali e romagnole. Dirigente dal 1998 di Legacoop di Forlì-Cesena in qualità di Responsabile del Settore Servizi. Nel 1997 è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

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