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Nuovi linguaggi nell’Arte Contemporanea alla Galleria Farini

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Da sempre l’Arte racconta la vita anticipandola ed è questa la sua più importante prerogativa. Noi tutti però viviamo attualmente in un momento storico di grandi cambiamenti e di totali sovvertimenti di molti valori eppure all’interno di questa realtà, l’Arte mantiene viva la capacità di narrare la vita in tutte le sue infinite sfumature, anticipandola come sempre. E anzi personalmente io ritengo che questa nostra epoca moderna rappresenti un terreno molto fertile per la creatività artistica ed espressiva, proprio perchè le cose certe sono sempre meno certe e le cose incerte contribuiscono a fare lievitare il caos quotidiano che ogni giorno ci circonda. Ora la Mostra Collettiva che si apre oggi nella prestigiosa Galleria Farini rappresenta la conferma di ciò che ho appena sostenuto.

Gli artisti presenti apportano un messaggio di grande qualità artistica, ciascuno esprimendosi attraverso la propria sensibilità e le proprie tecniche, ma tutti sono alla ricerca di un modo nuovo di porsi e di proporsi. La partecipazione a questa Mostra Collettiva di luglio acquisisce maggiore valore ed importanza in quanto la Galleria Farini è in progetto di ampliarsi, creando un gemellaggio artistico con l’American Pop Art Inc con sede in New York. La Galleria Farini è stata scelta in Italia come sede unica ed esclusiva per mostrare e divulgare le opere di Steve Kaufman, noto former assistent di Andy Worhol. Steve Kaufman scomparso il 12 febbraio del 2010 ha lasciato un impronta incisiva e significativa all’interno del mondo della Pop Art.

Anche Steve Kaufman dopo avere attinto dal suo maestro Andy Worhol ha lasciato dipinti memorabili, coniugando la rappresentazione di grandi personalità del suo tempo con la rappresentazione di oggetti di uso quotidiano, in un mix incessante di novità e tradizionalità. Fra le sue rappresentazioni figurano: la Coca Cola, Marilyn Monroe, Mozart, Beethoven, il Mago di Oz, Mohammad Ali, la sua serie di denaro e i suoi dipinti di famosi cantanti, attori e altre icone ancora. Steve Kaufman è stato molto amato e stimato in vita ed ha continuato ad esserlo, anche perchè lui ha creato e gestito un ente di beneficenza di successo che ha aiutato i ragazzi del centro urbano provenienti da famiglie in difficoltà o direttamente dal carcere, dando a questi ragazzi un lavoro e la sua fiducia quando nessun altro avrebbe permesso di dare a loro una seconda opportunità.

Dunque gli artisti presenti oggi alla Galleria Farini potranno dare maggiore importanza e prestigio alla loro esposizione, inserendola in circuito più ampio che si avvale di una esposizione totale sul piano globale. Il catalogo messo a disposizione dalla Galleria Farini presenta gli artisti, ciascuno con una propria opera. 

  • Massimiliano Cammarata originario di Carini – Palermo ha conseguito gli studi artistici e la laurea in Architettura. Dopo una iniziale pittura figurativa, Cammarata ha trovato nell’Espressionismo e nel Surrealismo la sua più autentica espressività artistica. Infatti con la sua opera presentata “ I coriandoli di Calvino”, acrilico su tela,cm. 60×60 opera del 2014, manifesta in pieno questa sua appartenenza artistica. I suoi giochi di colori, simili a coriandoli appunto, raccontano una visuale astratta e soggettiva che si rivela nella sua volontà ludica di ricercare e di sperimentare nuove forme e spazi, dove viene facile sia lo smarrirsi e sia il ritrovarsi. Le armonie variopinte sembrano quasi vie o scie che si percorrono, si inseguono, e si incrociano su uno sfondo armonico di colori accesi e vivi. E’ un percorso estetico, una sorta di labirinto, dove non è l’uscita il fine ultimo del percorso, ma il fine ultimo è il labirinto stesso nel suo intricato gioco di luci, sprazzi e colori.
  • Fabrizio Bidoli originario di Palmanova – Udine porta avanti nel suo studio collocato in un piccolo centro storico della pianura friulana, la propria visione e interpretazione metafisica e surrealista dell’arte, esprimendosi attraverso forme e colori che rimandano al mondo dell’illusione e del sogno, espresso attraverso segni cromatici di grande effetto. Le tonalità del colore sono tanto intense e specifiche quanto esili e garbate, come nella sua opera “Costruzione Cambiamento” realizzata con tecnica mista, cm 100×60 opera del 2009. La sua interpretazione onirica della realtà si estende dall’interiorità alla esteriorità e chi lo segue attraverso la sua creazione artistica, si ritrova immerso in un mondo astratto ma con una tale forza magnetica da essere percepito come reale e dotato di grande fascino. L’arte da sogno si trasforma in mondo quasi tangibile, attraverso le interpretazioni altamente suggestive ed efficaci di Fabrizio Bidoli. Nella sua opera “Costruzione e Cambiamento” si pongono e si propongono in una sorta di seducente antitesi che si può rivelare anche come simbiosi, sia un lato oscuro o meglio grigio e indefinito che si abbraccia e si intreccia con un lato più sinuoso, vitale e cromatico. Si intravede la volontà di creare un cambiamento sugli aspetti classici e dualistici della vita, quali il giorno e la notte, il bene e il male, la quiete e la dinamicità, il maschile ed il femminile, per reinterpretarli infine sotto una luce ed una prospettiva nuove con il risultato di raccontarle attraverso una lettura ricca di movenze accattivanti ed intonate. Anche Fabrizio Bidoli ha presenziato ad importanti Mostre d’Arte.
  • La pittrice Marzia Americo apre il catalogo portando da Agrigento il suo bel mare in “Calata di mare” olio su tela per raccontare le meraviglie paesaggistiche della sua terra. E’ un mare molto vivo, calmo ed inquieto nello stesso istante, intercalato fra l’azzurro del cielo e dell’acqua con il marrone della terra che rimanda alla concretezza della vita, cm. 100×50 opera del 2014. Al mare, Marzia Americo aggiunge un’altra opera che è “ Il respiro del silenzio” che rivela molto dello spirito contemplativo che anima questa valida artista sicula. I pini, rappresentati, olio su tela, infondono grande calma e nello stesso momento parlano non solo di silenzio ma anche di elevazione e di trascendenza verso una realtà più profonda ed intima, protetta nel suo ingresso dalle figure di due cani che sono da sempre simbolo di fedeltà e di amore. Anche i colori hanno un tono intimo e raccolto,cm. 100×80 opera del 2014. Marzia Americo vanta numerose partecipazioni a Mostre importanti e le sue opere sono state esposte nello scorso anno 2013 all’interno del complesso monumentale di Sant’Andrea al Quirinale in Roma.
  • Marina Berra, milanese di origine si è avvicinata alla pittura attraverso l’espressione figurativa, per crescere poi artisticamente e divenendo così in grado di esprimere la propria interiorità artistica attraverso l’utilizzo di svariati materiali che hanno la funzione di rendere concrete e tangibili i suoi più intimi stati d’animo. In questo suo passaggio di trasformazione, l’ha aiutata l’incontro con l’artista Luigi Profeta e il nome è una ulteriore conferma di come l’Arte abbia la capacità intrinseca di anticipare la vita e la realtà. Marina Berra utilizza la propria arte per esplorare la propria interiorità e non c’è nulla di più infinito dell’animo umano e così le sue opere hanno un titolo alquanto espressivo “Untitled”, anacrilico su tela, entrambe cm. 60×60 ed entrambe opere del 2014. Una prima opera su sfondo chiaro ed una seconda opera su sfondo scuro, entrambe racchiudono una sfera emotiva multicromatica che sembra rappresentare tante celle o semplicemente tanti luoghi con diversi accessi e aperture, realizzati in una sorta di forme geometriche che geometriche non riescono mai ad essere. Sembrano quasi raccontare la lotta infinita fra cuore e ragione, razionalità ed emotività.
  • Tiziana Buschettu originaria di Messina ma attualmente residente a Venezia, appassionata di Musica, Poesia e Fotografia, dopo avere frequentato l’Istituto d’Arte in Messina ha conseguito il titolo di “Maestro d’Arte – Figurinista di Moda” e questa specializzazione rimane impressa nelle sue opere, dove la figura femminile occupa sempre una posizione centrale e di rilievo,vista e proposta attraverso luci e prospettive che hanno il sapore della ricerca. Una figura femminile che attraverso le sue pose ed i suoi colori intende manifestarsi ma anche ricercarsi e riscoprirsi in tutte le sue diverse identità. La femminilità che emerge è solare e positiva, affascinante ma anche molto confortante. Tiziana Buschettu si è poi impegnata nello studio della ceramica e del restauro ed anche questi percorsi si rilevano attraverso le sue creazioni artistiche. E’ qui presente con due opere: “Dreaming in color”. Olio su tavola cm. 60×40 dove mondi femminili diversi si pongono e si propongono in un solidale confronto. La femminilità è unica e comune per entrambi, ma i colori diversi narrano di storie diverse che hanno in comune l’intensità espressiva degli sguardi, pieni di mille parole. La seconda opera di Tiziana Buschettu è “Malindi”, olio su tela. cm. 50×35 che narra la femminilità allargandosi alla maternità e quindi ai bambini, appartenenti ad un mondo distante che riflette preoccupazione e quasi timore nei loro occhi scuri e socchiusi. Tiziana Buschettu intende così narrare l’intera umanità, nelle sue variegate differenze sociali, attraverso la propria espressività artisti.
  • Guido Capoferri di origini bergamasche, ha conseguito gli studi di grafico pubblicitario e di questa sua formazione artistica ne ha conservato alcuni tratti. Ama il rock ed ama rappresentarlo e proporlo in una versione ulteriormente borderline, rappresentandolo in una sequenza di creazioni artistiche da lui denominata “ True Rockers”. Guido Capoferri ripropone così noti personaggi rockers quali: Johnny Cash, Frank Zappa, Neil Young, Janis Joplin ed altri nomi noti nel mondo rockettaro, rieditati sotto una luce ancora più fumosa e caliginosa. L’artista Capoferri si intensifica artisticamente nell’Espressionismo tedesco ed in effetti dalle sue opere si respira aria che viene dal nord, aria proveniente dal Bahaus di Berlino. Ha attinto ispirazione da artisti quali Karen Appel, influenzato a sua volta da Picasso e Matisse e fondatore nel 1948 del movimento CO.BRA. (Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam), movimento artistico d’avanguardia europeo che rimase vivo per la durata di tre anni e che rappresentò una realtà di rottura nei confronti di determinati parametrici artistici predominanti fino ad allora. E’ presente alla Mostra con la sua opera “Edward’s Gas Station”. Acrilico su tela, 150×120 cm. Opera del 2014 che rappresnta un tuffo dentro a scenari tipicamente americani, al limite fra la trasgressione e la desolazione.
  • Marco Catellani originario della provincia di Reggio Emilia, dopo avere conseguito gli studi artistici, esprime e ricerca una primitività intrisa di modernità che si muove alla ricerca di una narrazione di umanità libera e scevra di qualsiasi sovrastruttura e anzi dove la sovrastruttura stessa della linea e del tratto diviene essenzialità. L’umanità, nelle sue diverse etnie, viene rappresentata in modo simile con tratti minimali che ricordano qualcosa di meccanico e allo stesso tempo qualcosa di primitivo. Infatti la sua arte è stata definita di tipo “Etnico urbano”. Marco Catellani sembra ricercare un punto di congiunzione fra il passato ed il futuro per riuscire a dare una nuova identità alla intera umanità. Presenta alla Mostra la sua opera “Nudo”, acrilico su tela, 80×80 cm. La femminilità perfetta della sua opera si propone senza volto e senza mani o piedi, quasi a volere appartenere ad un mondo dove queste parti anatomiche non sono più necessarie, per prendere o per calpestare. Seduta in posa manifesta ed esprime tutta la propria femminilità, trattenuta e delineata all’interno da linee simili, rivolte ad esprimere la atemporalità del suo porsi.

 • Cris Design con Cristian Bellini, originario di Rimini si prosegue nella tradizione di famiglia, in quanto anche suo padre Raffaele Bellini ha esercitato e sperimentato l’arte della pittura. Ha realizzato diverse Mostre che lo hanno condotto fino agli Stati Uniti d’America. Cris Design predilige i luoghi insoliti e predilige rappresentarli in un modo altrettanto insolito. Sono mondi astratti e continuamente sospesi fra il possibile e l’impossibile, così come è giusto che sia, in quanto è compito dell’arte stessa rendere possibile tutto ciò che generalmente viene percepito e visto come impossibile. Presenta alla Mostra tre sue creazioni: “La pace nel mondo” olio su tela, cm, 70×70 e poi l’opera “Spiaggia metafisica”, tecnica mista su tela, cm. 75×69 ed ancora l’opera “Tramonto” (unione delle due opere) cm. 85×85. Sono una sequenza che si rivela essere come una conclusione circolare della interpretazione di un mondo impossibile che l’arte creativa trasforma in possibile e dove la pace, così ambita da tutti quanti, si concretizza su una spiaggia irreale nel momento 4 quieto e caldo dell’ora del tramonto. La cornice della sua opera è a sua volta una nuova creazione artistica che si distingue per unicità ed originalità.

– MACR Movimento Arte come Riciclo ricopre un ruolo di grande attualità in quanto si prefigge l’obbiettivo di trasformare o anche riciclare con arte, creando nel medesimo momento altre opere d’arte. Corrisponde pienamente alla filosofia del “nulla si crea e nulla si distrugge in natura, ma tutto si trasforma”. Così da oggetti o da particolari di oggetti sapientemente combinati e rielaborati nascono opere creative di sicuro effetto cromatico ed estetico. Le opere realizzate risultano convincenti e coinvolgenti e soprattutto si rianimano con una nuova identità e personalità, in mezzo a sprazzi di colore che zampillano di vita nuova. MACR rappresenta un Gruppo composto da giovani artisti provenienti da Genova che si sono accomunati all’interno di questa sigla, uniti dal comune senso artistico di rielaborare tutto ciò che è possibile in nome dell’Arte. Qui alla Mostra sono presenti con tre loro opere che si mostrano essere di grande abilità creativa e suggestiva dove i materiali riciclati ed i colori si incontrano e si abbracciano in movenze dinamiche e di sicuro effetto, capaci di esprimere grande vitalità ed energetica mobilità, realizzando infine e pienamente il loro obbiettivo di ridare vita a tutto ciò che dalla vita noi vorremmo escludere. Il Movimento ha intenzione di ampliare i propri orizzonti e di accostare alla tecnica del riciclo anche il concetto di realizzare creazioni artistiche nel modo e nel senso più ampio possibile.

  • Viviana Manoliu propone una visione garbata e velata dell’arte, della natura e dell’umanità. E’ presente alla Mostra con le sue opere: “Rose di Natale”. Tecnica mista, cm. 48×75 e “Il Tango” acrilico, cm. 48×65. Le Rose di Natale di Viviana si innalzano e si muovono con delicatezza quasi che fossero ballerine, all’interno di una visione floreale che assume valenza e presenza animistica e viva. Le Rose di Viviana donano freschezza ed immediatezza e si rivelano essere un omaggio delicato e profumano, come note che si estrapolano dalla tela e fuoriescono, librandosi nell’infinità dell’etere. L’altra opera di Viviana Manoliu, il Tango, mostra e trascina nel vortice della danza, realizzando con grande efficacia l’idea reale del movimento. In un gioco coerente di colori e di movenze, il femminile ed il maschile combaciano perfettamente e si tramutano in una perfetta simbiosi di diversi generi e di diversi colori. Ogni linea e tratto si sovrappone con armonica precisione alla linea e tratto opposto, donando un risultato finale di piena sincronia. Tutte le pennellate conducono al centro, al cuore che qui nell’opera è ben rappresentato dalle vesti rosso fuoco della ballerino di tango. Un vortice potente e trascinante quale realmente è la danza del tango.

• Claudia Di Marco originaria di Pescara esprime una femminilità intensa e concentrata su se stessa all’interno di un percorso di conoscenza e di esplorazione. Claudia Di Marco si esprime anche attraverso paesaggi figurativi espressi con ampio respiro, ma decisamente la sua attenzione è riposta maggiormente sulla figura umana, con uno sguardo particolare rivolto alla figura femminile osservata ed interpretata sotto una luce artistica. La donna da lei narrata è una donna studiata minuziosamente in tutte le sue movenze ed espressioni, catturate con un occhio attento e scrutatore. Claudia dedica un’attenzione particolare alla muscolatura, alle pose e ai vezzi. Come se volesse catturare ed estrapolare l’anima creativa o meglio ancora l’ispirazione creativa nel momento del suo nascere e venir fuori. Alla Mostra presenta l’opera “La Venere rossa”, olio su tela, cm, 70×100, opera del 2014, dove l’osservazione avviene dall’alto e contemporaneamente viene rapita da un fascinoso e avvolgente abito rosso. Di nuovo la realizzazione attenta della muscolatura si pone al centro dell’interesse, mentre il volto è capovolto con uno sguardo rivolto ad un’immensità che si perde oltre i proprio confini. L’effetto è rilevante e seduce mentre quasi non vorrebbe farlo perchè lo sguardo della Venere rossa è altrove, completamente immerso in se stessa.

  • Roberto Re di origine parmense si esprime attraverso una intensità esplosiva di colori che pervadono la tela e qui si concretizzano e si materializzano in una dimensione soggettiva che può essere facilmente colta ed interpretata anche in una prospettiva oggettiva. La sua nebbia è interpretata con un grigiore che sembra reale e penetrante così come le sue meteore implodono di una luce arancione accecante ed emozionante. Le realtà esterne vengono reinterpretate da Roberto Re attraverso un proprio filtro emotivo, caratterizzato da una grande forza magnetica che sa rivelarsi capace di trasformare la realtà, amplificandola nella sua essenzialità. Alla Mostra è qui presente con la sue opere “In my mind”, tecnica mista e ”Libertà”, tecnica mista, dove i titoli delle opere esprimono pienamente gli stati d’animo e di pennello dell’artista. Forti combinazioni cromatiche creano effetti precisi e marcati senza alcuna intenzione predefinita di dare alle opere una esplicita definibilità. Si può così liberamente entrare nella mente di Roberto Re nel momento in cui ha creato le sue opere, entrando in una dimensione atemporale dove l’unica certezza coinvolgente e convincente è rappresentata dalla forza potente del colore, così dall’artista abilmente destreggiata. I tratti delle sue pennellate divengono vie, strade per intraprendere nuovi viaggi e percorsi nell’universo infinito di un mondo fatto di colori.
  • Pietro Moretta originario di Caserta, dopo avere conseguito gli studi artistici, ha incontrato il proprio stile artistico nella rappresentazione naturalistica di oggetti di uso comune, interpretati in modo figurativo ma nello stesso tempo intrisi di vitalità e di intensa espressività. Il suo è un tradizionalismo che riesce a proporsi come nuovo e attuale. I suoi oggetti sono vivi all’interno della tela e sembra quasi che possano e vogliano parlare della loro vita quotidiana. Sono oggetti che si sono visti da sempre eppure Moretta sembra che li faccia vedere per la prima volta, così carichi di colore, di intensità e di materialità. Ricorda il noto pittore bolognese Morandi, ma in Moretta c’è maggiore vitalità e maggiore attenzione alla lucidità dei colori che presenta e combina con sapiente maestria. Alla Mostra è qui presente con la sua opera “Natura morta”olio su tela, cm 35×45. In realtà la natura realizzata da Pietro Moretta è quanto mai viva e piena di forza e di colore e cattura l’attenzione per le sue sfumature pregiate e raffinate che quasi diventano l’elemento centrale. La semplicità degli oggetti narrati nell’opera diventa marginale e la vividezza dei colori quasi li trasforma in oggetti importanti e di valore. Si crea infine un gioco quanto mai riuscito di contrasti e di concetti.
  • Sabrina Sacconcini di origine perugina, esprime la propria arte attraverso l’uso delicato e raffinato dell’acquerello, in grado di filtrare e di fissare la realtà con un garbo solo all’apparenza leggero e quasi impalpabile, infatti le sue opere si rivelano essere estremamente incisive e determinate nella loro delicatissima espressività. Dopo avere frequentato “Il Corso libero del nudo” presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia ha raffinato maggiormente questa sua naturale inclinazione artistica. Partendo da un interesse iniziale per la nudità, ha poi seguito un personale processo evolutivo che l’ha condotta ad esplorare e ad interpretare la natura in senso più ampio, ma sempre con la medesima delicatezza e leggerezza del tratto e del colore che rappresenta la sua caratteristica specifica e di certo corrispondente alla sua natura più intima. Alla Mostra è qui presente con la sua opera “Clarity” acquerello e inchiostro su stoffa montato su telaio, cm. 70×40, opera del 2013. L’uso dell’inchiostro si contrappone alla morbidezza dell’acquerello, in una sorta di contrasto che vuole manifestare contrarietà e conflittualità di identità o più semplicemente intende narrare tutte le gamme della femminilità nella loro complessità. Si percepisce uno stato di dolore che si sovrappone ad uno stato di oblio, quasi un momento di smarrimento o di ripensamento. Estremamente efficace nella trasmissione della intensa emozione.
  • Valentina Vendrame di origine trevigiana, appassionata di Storia dell’Arte, seguendo l’amore per il disegno e la pittura ha iniziato il suo percorso creativo partecipando ad Arte Genova nel 2014 e la sua opera ”Red Sky”, esposta nel mese di aprile presso la Galleria Farini, ha ricevuto il Premio Biennale Gondola dell’Arte 2014 in Venezia. Un rosso vivo ed intenso domina e sovrasta la tela, ruotando su stesso in un circuito ben calibrato che si muove in armonia fra luci e calde ombre, in mezzo a sinuose ondulature morbide e sinuose. Alla Mostra Valentina Vendrame è qui presente con questa stessa sua opera “Red Sky” acrilico su tela, cm. 40×70 opera del 2014. Valentina sembra anelare ad una quiete nel mondo che abbia la pacatezza e la bellezza dell’ora del tramonto, irradiata da un sole attento e dominante, che si manifesta come portatore di luce e di amore. Il dipinto rivela una tale armonia scenografica dove non è più necessario o urgente distinguere i confini e le appartenenze e così ci si addentra spontaneamente e con fiducia dentro ad un mondo accogliente e solare, dove la passionalità non sovrasta ma solamente accarezza con immensa dolcezza.
  • Paolo Scrofani di origine siracusana ha coltivato fin dall’infanzia l’amore per il legno insegnatogli anche dalla famiglia. Iniziando dalla passione per l’uso e la tecnica del legno si è poi evoluto nel suo percorso artistico, approdando infine alla riscoperta della lavorazione della pietra calcarea, così tipica della cultura e della tradizione Iblea. Paolo Scrofani si è così ulteriormente specializzato nella propria attitudine e passione della manipolazione scultorea del legno e della pietra, raggiungendo notevoli risultati ampiamente riconosciuti sia in Italia che all’estero. Alla Mostra è qui presente con la sua opera “Inno alla vita”, tecnica mista, cm. 70×100 opera del 2004. L’opera è di intenso effetto emotivo e scenico. Sullo sfondo ignoto, caldo e opaco, illumina il centro esatto dello spazio, una donna che si eleva con le braccia innalzate ed espande tutta la sua forza e femminilità verso un uovo simbolico che chiaramente rappresenta la forza, l’attesa e la speranza di ogni nuovo inizio che sia propizio e che si rivela essere intonato come un chiaro inno alla vita. La sobrietà proposta dall’opera ne risalta l’efficacia e la chiarezza del messaggio si mostra essere di valore universale e universalmente condivisibile.
  • Gabriella Teresi di origine napoletana, si manifesta come una pittrice caratterizzata da un’anima cosmica, spaziale e anche nucleare, attraverso le sue opere che sono prevalentemente astratte e non definite e specifiche nelle forme. Con Gabriella Teresi si entra dentro ad uno spazio cosmico profondo, senza limiti e confini. Le sue opere si manifestano come continue sequenze che hanno l’intenzione di cogliere e di narrare le tante sfaccettature di un universo immenso. Il mondo attuale viene colto dall’artista con un occhio attento e rivolto ad un futuro che viene percepito come già presente, dove domina il caos, continuamente minacciato da un ulteriore caos, quale potrebbe essere un’esplosione nucleare. I colori di Gabriella sono parole che diventano intense e penetranti nella esplicita intenzione di narrare un mondo impercettibile che sembra lontano, mentre in realtà è vicino e ci appartiene ed è vivo in una dimensione a noi parallela. Esplosioni cosmiche, onde magnetiche, energie impercettibili e quasi invisibili che la sapiente arte di Gabriella Teresi rende quanto mai visibili e percettibili. Alla Mostra è qui presente con le sue opere: “Blu cosmico”, tecnica mista con uso di sale da cucina e smalti ed impermeabilizzato con Plastivel, con supporto in legno e cornice in legno laccato, cm. 118×88 opera del 2013 e l’altra sua opera “The Big Bang”, tecnica mista con supporto in cartone pressato e cornice in legno, cm. 107×79 opera del 2014. Il blu e il rosso ammaliano nel loro risultato finale che è l’esito di un complesso e sapiente uso delle tecniche combinate con abili estrosità. Quello di Gabriella Teresi è un universo che avvince e che fa allontanare la paura del futuro con la sua sola bellezza.
  • Lucia Verrilli originaria di Basilea vive attualmente a Perugia, dopo avere frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Perugia ha ampliato il suo percorso artistico frequentando corsi di fotografia e di ceramica. Ha pubblicato anche alcune sue poesie ed il libro “Fausto e Tennino” per la casa editrice IL FILO di Roma, nel quale ha realizzato anche la copertina ed alcune illustrazioni. Lucia Verrilli racconta un mondo magico e onirico che sembra volere introdurre nel mondo della fiaba, a metà fra sogno e realtà. Le sue figure femminili possono apparire come fate o maghe, completamente immerse in una dimensione sospesa fra ciò che è e ciò che si vorrebbe che fosse. Infatti le espressioni delle donne di Lucia Verrilli sono sempre a metà fra lo stupore e l’assorto, come rapite da un qualcosa di indefinito e indefinibile. Anche i paesaggi di Lucia Verrilli immettono all’interno di una realtà incantata e fiabesca dove l’abbondanza del colore verde rapisce e al contempo conforta ed acquieta. Alla Mostra è qui presente con la sua opera “Metamorfosi, vivere è cambiare”, cm. 55×140 opera del 2014. Di nuovo l’espressione dello sguardo femminile qui è attonito e immerso in una densa situazione di stupore e di riflessione, i colori intendono esprimere leggerezza nella parte reale e materiale del dipinto. mentre si tramutano in concretezza nella parte onirica del dipinto, all’apice della folta capigliatura emerge un ampio respiro di colore rosso, come ad indicare una nuova via o una nuova possibilità nel proprio percorso al quale si può accedere solo attraverso il sogno.
  • Monica Zambon di origine torinese ma residente a San Remo si è formata alla Scuola dei Maestri Angelo Oggioni e Roberto Anfossi che hanno contribuito a fare crescere il lei l’amore per la cultura e per l’arte. Monica Zambon si esprime attraverso un occhio preciso e attento che ama osservare e scrutare gli ambienti esterni e la natura che poi reinterpreta, utilizzando tecniche complesse e sapienti. Al rigore scrupoloso dell’osservazione interpretativa, Monica Zambon abbina e coniuga una delicatezza che sempre accompagna il suo pennello anche laddove i tratti intendono rivelare incisività e e forza e se non anche ruvidezza. La sua scrupolosa attenzione verso il mondo esterno sembra tingersi spesso di malinconia che forse è solo realismo sincero. Alla Mostra è qui presente con la sua opera “La spiaggia in autunno”. Olio su tela, cm. 100×100 opera del 2014. Così di nuovo emerge qui il tema della malinconia rivolta alla ricerca di pacatezza, in quanto la spiaggia è interpretata all’interno di una stagione che non è propriamente marittima o solare. Monica Zambon gioca sui contrasti di colori, di ambienti, di situazioni e di emozioni. Sa gestire con abilità e sapienza l’uso dei colori e padroneggia tutte le sfumature e le combinazioni e i contrasti fra gli spazi di luce e quelli di ombre.

Rosetta Savelli