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Portico e San Benedetto

San Benedetto in Alpe, Dante e la millenaria Abbazia Benedettina

Di Tommaso Di Lauro Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 26 gennaio 2024
San Benedetto in Alpe, Dante e la millenaria Abbazia Benedettina

L’Associazione Il Parco dei Ragazzi propone per domenica 8 giugno una giornata a San Benedetto in Alpe e alla millenaria Abbazia Benedettina sulle tracce di Dante con il sovrintendente forestale Margherita Miserocchi. Partecipazione libera.

San Benedetto in Alpe

Distante 45 chilometri da Forlì e 64 da Firenze, sul versante nord orientale dell’Appennino tosco romagnolo, San Benedetto in Alpe è l’ultimo paese della Romagna prima del passo del Muraglione. Il paese, che deve il suo nome alla secolare Abbazia benedettina, è diviso in due parti:
– Mulino (m. 500 circa s.l.m.), così detto per i mulini che in antico vi esistevano, situato lungo la strada statale 67 nel punto dove i tre torrenti Acquacheta, Troncalosso e Rio Destro si uniscono dando origine al fiume Montone;
– Poggio (m. 600 circa s.l.m.), collocato su di uno sperone roccioso soprastante Mulino, dove sorge appunto il complesso abbaziale. Poggio è collegato a Mulino da una strada lunga poco più di un chilometro e da un antico e ripido borgo, via Dante, suggestiva scorciatoia pedonale

Abbazia Benedettina

Non ci sono documenti che ci indichino con certezza quando ebbe origine l’insediamento monastico e quando fu eretta l’Abbazia….. Una datazione intorno alla prima metà del secolo XI potrebbe inizialmente essere proposta” (9). Le fonti relative all’Abbazia risalgono agli inizi del secolo XI, anche se l’esistenza di un nucleo di eremiti in questa zona può essere assegnata a periodi precedenti. È documentato che, grazie a donazioni e acquisti, quella di San Benedetto in Alpe era nel XII secolo una delle più ricche e potenti abbazie dell’Appennino tosco-romagnolo. I possedimenti dell’Abbazia si estendevano nelle diocesi di Forlì, Forlimpopoli, Faenza e Firenze. Il monastero raggiunse l’apice della sua influenza durante il XIII secolo, quando anche i fabbricati che lo componevano assunsero notevoli dimensioni: tutta l’area dell’attuale abitato di Poggio era infatti allora probabilmente occupata dalle celle dei monaci, le quali su due file formavano un borgo ai lati della strada rettilinea che ancora oggi parte dalla chiesa abbaziale.

Cripta

Ed è proprio la cripta che più impressiona il visitatore. La maggior parte della cripta dell’antica chiesa è rimasta coinvolta nella demolizione settecentesca. Ma è rimasta intatta, ed è tuttora molto suggestiva, la parte corrispondente al transetto di destra. Gli scavi archeologici del 1987, compiuti in una porzione dell’area dove sorgeva l’antica chiesa, hanno messo in luce i resti della parte centrale della cripta, che è risultata suddivisa in tre navate da pilastrini ottagoni con terminazione quadrata, in arenaria, su cui poggiavano capitelli a tronco di piramide. L’accesso si apriva sulla navata mediante due scale disposte simmetricamente. Si può ora entrare nell’area degli scavi attraverso la parte di cripta rimasta intatta.

Programma

Partenza ore 9,00 dal parcheggio angolo via dell’Appennino/via Pertini (ingresso Parco Urbano) – Sosta a Portico – Ponte della Maestà – San Benedetto – via Dante – Poggio – Abbazia – Antico Lavatoio – Podere Ponticelli – Degustazione del fantastico formaggio di capra di Nella Ulivi – Pranzo al sacco. Le visite, l’itinerario e l’accompagnamento sono a cura del sovrintendente forestale Margherita Miserocchi.

L'autore

Tommaso Di Lauro
Tommaso Di Lauro

Classe 1963, diploma in Ragioneria, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti dal 1994. Appassionato di giornalismo e social network ha collaborato come giornalista pubblicista per la Gazzetta di Forlì, per la Gazzetta dello Sport, Corriere di Forlì e dal 2000 fino ad aprile 2013 per Il Resto del Carlino di Forlì. Da luglio 2011 è direttore di 4live.

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