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Al ricercatore Irst Alessandro De Vita il “Premio Vincenzo Bellavista”

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Nel settimo anniversario della scomparsa del direttore generale, Cocif continua il sostengo alla ricerca contro i tumori, che sarà indirizzato anche quest’anno all’Irst Irccs per il finanziamento di un progetto per lo studio delle cellule tumorali nato dalla collaborazione tra il Centro di Osteoncologia – Tumori Rari Irst Irccs e i laboratori di nanotecnologie del Methodist Hospital Research Institute di Houston (Texas, USA). Il “Premio Vincenzo Bellavista” è una borsa di studio istituita nel 2008 in ricordo dello storico Direttore Generale dell’azienda leader in Italia nel settore porte e finestre.

Il progetto di ricerca è nato dalla collaborazione tra il Centro di Osteoncologia – Tumori Rari Irst e il Dipartimento di Nanomedicina del Methodist Hospital (Houston, Texas, USA) e mira a sviluppare, mediante l’utilizzo di nanotecnologie, un modello pre-clinico capace di ricalcare fedelmente in laboratorio quanto avviene a livello molecolare nel corpo umano. In particolare, la donazione andrà a finanziare l’attività di studio del 29enne ricercatore Alessandro De Vita che si trasferirà, in autunno, per sei mesi rinnovabili per altri sei, nei Laboratori del Methodist dove, al fianco degli studiosi dell’equipe statunitense, potrà indagare il processo di genesi-sviluppo del tumore della mammella e la formazione di metastasi.

A inquadrare il contesto nel quale s’inserisce il progetto Irst- Houston sono Toni Ibrahim, responsabile del CdO-Tr Irst e Laura Mercatali, responsabile della ricerca traslazionale : “Il lavoro svolto da De Vita – affermano – si colloca all’interno di un filone di ricerca che vede la collaborazione del nostro Istituto con quello americano sul fronte delle nanotecnologie mediante la validazione di un modello pre-clinico, anche mediante studi in vivo sull’animale, che riproduca il più fedelmente possibile le condizioni in cui si sviluppano le cellule tumorali nel nostro organismo.

Tale strumento permetterebbe di andare ad investigare in maniera più approfondita i meccanismi biologici che sono alla base dell’insorgenza e dello sviluppo sia dei tumori primitivi sia delle metastasi, come pure la differente risposta ai farmaci utilizzati nella pratica clinica e l’individuazione di nuovi bersagli terapeutici antitumorali. Ulteriori collaborazioni tra Irst e Methodist riguardano la formulazione di farmaci mediante l’utilizzo di vettori nanometrici al fine di implementarne l’attività e di ridurne gli effetti tossici.

Un terzo fronte di collaborazione riguarda la possibile applicazione della bioingegneria mediante l’utilizzo degli scaffolds biomimetici ingegnerizzati con farmaci antitumorali da applicare nella medicina rigenerativa delle lesioni ossee.” Alessandro De Vita è il terzo ricercatore che, anche grazie al “Premio Bellavista” e Cocif, partirà alla volta degli Usa, il secondo a Houston, nel Centro di ricerca americano per studiare le nanotecnologie applicate all’oncologia nell’equipe di Mauro Ferrari.

Dino Amadori, direttore scientifico Irst Irccs, ringraziando le direzioni dell’Azienda longianese, ha evidenziato come “le attività di ricerca scientifica oggi soffrono per la grave scarsità di finanziamenti e questo mentre i costi per svolgerla sono sempre più alti, non solo per l’acquisto di tecnologie all’avanguardia ma anche per la formazione di alte competenze professionali per medici e ricercatori. È grazie a donazioni come quelle che Cocif da anni ci devolve, che è possibile formare giovani ricercatori, prepararli a svolgere attività di alto livello, accettare tutte le sfide che la lotta ai tumori comporta”.

A spiegare l’attività sulle nanotecnologie studiate a Houston e il perché della collaborazione con Irst Irccs è Ennio Tasciotti, direttore del laboratorio di nano medicina, recentemente ospite del congresso sulla “Ricerca traslazionale in oncologia” organizzato dal 6 al 9 maggio 2014 tra Meldola e Forlì. “Il progetto – ha detto il ricercatore – nasce grazie alla fusione di due background differenti ma complementari. Io ho messo la mia esperienza nel sintetizzare strutture porose di collagene dette “scaffold”, Ibrahim e la sua equipe hanno portato la profonda conoscenza sulle cellule tumorali e la formazione delle metastasi. La fusione di queste esperienze è alla base dei promettenti risultati raggiunti, ovvero l’esser riusciti a ricreare gran parte della complessità del tumore in una provetta, in un incubatore.

Il tumore è, infatti, una massa che tipicamente si sviluppa in maniera tridimensionale; ridurla a due sole dimensioni come accade in laboratorio quando lo si fa crescere su un dischetto di plastica piatto, non permette di esprimere una serie di caratteristiche che sono quelle che poi rendono la malattia così difficile da combattere. In questo modo è invece possibile interfacciarsi con la vita in maniera aderente alla scala di dimensione nella quale questa è organizzata.

Ciò, prima di tutto, permetterà di fare diagnosi più accurate che vadano a interrogare la singola cellula metastatica presente nel sangue e la singola cellula tumorale staminale; mentre per la terapia il sogno è riuscire a sfruttare queste potenzialità per creare farmaci che vadano a colpire solo dove serve, non la cellula normale ma quella tumorale. Fino a oggi ci siamo interessati molto a ricreare l’ambiente che favorisce la “colonizzazione” da parte di cellule tumorali provenienti da altre sedi, le nicchie pre-metastatiche, ma vogliamo studiare anche cosa succede nel tumore primario che fa convincere alcune di quelle cellule a spostarsi”.

È con grandissimo piacere – ha sottolineato Piero Cataldo, direttore generale Cocif – che riserviamo a un ricercatore della nostra terra e a questo progetto il nostro contributo. Mi auguro che si diffonda sempre più, nel nostro territorio, la consapevolezza che aiutare la ricerca significa porre le basi per un futuro migliore per i nostri figli, il loro benessere, le loro soddisfazioni.” Luca Benedettini, presidente Cocif, ha aggiunto “siamo molto soddisfatti di proseguire questa collaborazione con il Centro di Ricerca dell’Irst, un centro che è oggi un vanto della ricerca in Romagna, e che si pone da protagonista nel valorizzare giovani talenti offrendo loro importantissime collaborazioni internazionali”.