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Solitudine o pavarazze

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Ultimo aggiornamento:

Questa foto è stata fatta da un mio carissimo e talentuoso amico (Tobia Valbonesi), ed il titolo è “Solitudine o pavarazze”. Per gli stranieri le pavarazze son le vongole, che non crescono nel banco del pesce al supermercato ma sotto la sabbia! Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, sia andato a pavarazze la mattina presto prestissimo.
Io ci andavo con mia nonna (la mamma di mia mamma), ma di rado perché lei ci andava davvero prestissimo!!! Ed andavamo a Bellaria Cagnona, amena località balneare del Riminese che ho frequentato per i primi 20 anni di vita. Questa foto e questi ricordi mi spingono a parlarvi di spiaggia, o meglio di gente da spiaggia.

Del bagnino ha già parlato il mio socio e lo ha fatto in modo eccelso come suo solito, ma il bagnino è solo uno dei mille personaggi che affollano la nostra fantastica riviera.
Altro protagonista è senza alcun dubbio il sabbione. Per gli estri: il sabbione non è sabbia! Non sono la stessa cosa! La sabbia ad un certo punto si arrende, si stacca, il sabbione no! Lui ti aggredisce e si impossessa di ogni anfratto, di ogni piega di vestiti e borse e anche se lavato lui non molla. Ad oggi posso dire che è di gran compagnia….ogni volta che faccio il cambio dell’armadio dalla roba estiva (lavata e stirata) esce mezza Lido di Classe e io mi commuovo sempre un po’.

Poi ci sono i proprietari dei bagni al mare, che diventano parte delle nostre famiglie, sanno tutto di noi, ci vedono crescere, sposarci, separarci, fare figli e di norma….ci seppelliscono. Sì perché loro sembrano immortali, cotti dal sole e dalla salsedine hanno una salute che nemmeno la gramigna! A Bellaria la proprietaria del bar del bagno 18 era l’Anna, detta l’Anna del Baracchino, che rende meglio l’idea rispetto alla parola bar. L’Anna era già vecchia quando io ero piccola, tirchia come un tirannosauro e simpatica come….il sabbione nelle mutande. Ha seppellito gran parte della mia famiglia. Ora non so se è ancora viva perché non vado a Bellaria da anni ma ho proprio paura che lo sia. Ora vado a Lido di Classe, da Marcello e Gianni che sono 2 fratelli con mamma, babbo, sorelle, mogli, figli e nipoti al seguito, insomma una tribù. La Signora Maria, capostipite della covata mi da due giri quanto a energia, e quando arrivo alla mattina con la faccia di chi non vede l’ora di tornare in posizione orizzontale la Signora Maria mi urla in un orecchia tutta la sua stupenda vitalità!

Arriviamo ora ai bagnanti che sono la parte più bella della spiaggia (dopo i vù cumprà dei quali però è meglio non parlare che se no vado in galera per oltraggio a tutti i pubblici ufficiali). Il bagno 18 a Bellaria era la spiaggia della mutua. I bagnanti erano divisi in: menomati fisici, nonne con nipoti urlanti e pensionati generici. Età media 60 anni. Ma su tutte spiccava lei, la nostra star. Lei che i cambi repentini di peso aggiunti all’età avanzata avevano regalato una pelle plissettata e la forza di gravità aveva, come dire, gravitato di parecchio il davanzale. Lei, veniva in spiaggia in perizoma con fiocco sul culo e basta! Arrivava con la nipotina (bellina, biondina e irrimediabilmente imbarazzata) e si piazza al sole vicino al bagnino così, lo giuro! E ad un certo punto chiese pure alla nipotina di scucirle il fiocco sul culo perché le inficiava l’abbronzatura! Abbiamo provato ad avvertire la protezione civile, i vigili del fuoco, il telefono azzurro e la protezione animali ma nessuno ha potuto nulla… contro di lei.

A Lido di Classe invece è tutta un’altra storia. L’età media è notevolmente più bassa, la spiaggia è più lunga e c’è più varietà ma la tardona è sempre in agguato! A luglio si sono stese a fianco a me un gruppo di pensionate truccatissime che tutte stese sembravano delle balenottere spiaggiate ed hanno avuto la bella pensata di rimanere in topless… usando due povere ed indifese conchiglie per coprire i capezzoli. E’ un’immagine che ancora mi tormenta. Poi ci sono le ragazze truccatissime e vestite ancora da balera che verso mezzogiorno colano come le statue di cera dei film dell’orrore e i temibilissimi gruppi di amiche. Dovrebbero istituire il bollino rosso anche per le spiagge per proibire ai bambini la vicinanza a questi gruppi. Mi ci sono trovata vicino quest’estate (estatina sfigata eh?!?!?)… erano in 4… giovani, armate di giornali di gossip, smartphone e spruzzini per l’acqua (cosa spruzzeranno poi che hanno il mare a 20 cm???) e ad un tratto hanno iniziato a parlare…

I loro argomenti erano più scabrosi di quelli degli spogliatoi maschili! Disquisivano di misure, durate, davano voti e si vantavano delle rispettive performance con maschi che non erano proprio i loro compagni ufficiali. I cornuti sono poi arrivati nel tardo pomeriggio, con la loro birretta fresca in mano, rimbambiti e ignari di essere un cesto di lumache!
Poi c’è il maschio da spiaggia ma si merita un post tutto suo che giuro farò quanto prima.
Per ora meditate, gente, meditate e interagite senza vergogna, raccontateci come andate in spiaggia, confessate le vostre malefatte!
Qua piove un acqua ch’ul sa la Madòna, ma io chiudo gli occhi e sento l’odore di pesce morto dell’adriatico, del mio mare! Quasi quasi vado a cerca un po’ di sabbione nella borsa di tela!

La Rossa

Post tratto dalla pagina di Facebook “Sa fet a qué?“