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“Le due vite del monumento ad Aurelio Saffi a Forlì”

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Ultimo aggiornamento:

Mercoledì 19 settembre, alle ore 20,30 al salone comunale di piazza Saffi 8 a Forlì (Palazzo del Comune) Roberto Balzani, sindaco di Forlì, presenta: “Le due vite del monumento ad Aurelio Saffi a Forlì” di Flavia Bugani e Andrea Savorelli, («Il Ponte Vecchio», 2012), saranno presenti gli autori. Piazza Grande, che già in passato era stata chiamata “Maggiore” e nell’Ottocento “Vittorio Emanuele II”, nel 1921 acquisì l’attuale denominazione dopo che, rimossa per motivi ideologici la colonna votiva della Madonna del Fuoco (oggi in piazza del Duomo), fu inaugurato il primo monumento dedicato ad Aurelio Saffi.

Ciò avvenne a seguito di lunghe dispute che ebbero inizio da quando, il 17 aprile 1912, il Consiglio Comunale deliberò la stipula di un accordo tra il pro sindaco Giuseppe Gaudenzi, il tenore Angelo Masini e lo scultore napoletano Filippo Cifariello per la realizzazione di un monumento al triumviro forlivese da collocarsi in piazza entro i venti mesi successivi. Le polemiche che seguirono furono feroci al punto che, il 4 giugno 1913, molti studiosi e uomini di cultura, tra cui Aldo Spallicci, Carlo Grigioni, Antonio Beltramelli, Leonida Emilio Rosetti, don Tommaso Nediani, presero pubblicamente posizione, non approvando l’impostazione dell’opera e le modalità con cui lo scultore intendeva raffigurare lo statista.

Nonostante ciò il 4 settembre 1921 la statua in onore dell’illustre concittadino fu inaugurata al centro dell’ellisse, con le spalle provocatoriamente rivolte all’Abbazia di San Mercuriale. Durante il fascismo piazza Saffi fu poi oggetto di un grande piano di riqualificazione urbanistica che interessò non solo palazzi e chiese, ma anche l’arredo urbano, come testimoniano i lampioni che recano ancor oggi evidenti i simboli di quel periodo: S.P.Q.F., Anno X E.F., aquile e littori. Venerdì 25 agosto 1944, alle 9 e 15 del mattino, un’incursione aerea di una formazione di ventitre bombardieri alleati causò un gran numero di vittime e ingenti danni agli edifici della piazza e delle sue adiacenze. Lo stesso monumento a Saffi venne irrimediabilmente danneggiato.

Quando le truppe di liberazione giunsero a Forlì, la piazza venne ribattezzata temporaneamente Saint Andrew Square, per poi riprendere il proprio nome originario al termine della breve occupazione alleata. Nel dopoguerra, dopo anni di attese e di rinvii, il 24 settembre 1961 venne inaugurata una copia esatta del monumento distrutto, voluto e finanziato dall’industriale Aldo Zambelli, come si può leggere sull’iscrizione incisa sul basamento:

IL RIPRISTINO DI QUESTO MONUMENTO / FU DELIBERATO DA VOTO UNANIME / DEL CONSIGLIO COMUNALE DI FORLÌ / E ATTUATO PER MUNIFICO INTERVENTO / DEL CONCITTADINO CAV. ALDO ZAMBELLI / 24.IX.1961 Ed io che sono nato il 19 settembre di quell’anno, ogni qualvolta attraverso la piazza non posso perciò non pensare che quel signore accigliato che mi osserva ieratico dall’alto aveva ripreso il posto che gli spettava appena cinque giorni dopo che io avevo occupato il mio su questo pianeta.

Nel volume di Flavia Bugani e Andrea Savorelli ci viene narrata la storia delle due vite di questo monumento. In particolare gli studiosi forlivesi si soffermano sulle vicende che precedettero la seconda inaugurazione, unitamente a quelle del restauro effettuato nel 2009. Il tutto corredato da documenti inediti, preziosi contributi alla conoscenza di quella seconda metà del XX secolo, il cui approfondimento spesso viene trascurato. La storia del monumento consente anche di valutare le molte trasformazioni che hanno conosciuto l’Abbazia di San Mercuriale e i palazzi, che costituiscono le quinte architettoniche della piazza.

Trasformazioni spesso radicali a dimostrazione che, come scrive Roberto Balzani nel suo testo “Divagazioni su un monumento” che introduce il volume, anche gli immobili sono tutt’altro che tali, inamovibili cioè e definitivi, come lo è stato il monumento ad Aurelio Saffi, nell’immaginario silenzioso cittadino della piazza e invece non solo testimone, ma diretto protagonista ed evocatore di tante vicende”. (dalla quarta di copertina).

Flavia Bugani, laureata in Lettere Moderne all’Università di Bologna, ha conseguito il perfezionamento in Storia dell’Arte Medioevale e Moderna, nella medesima Università. Già funzionaria del Comune di Forlì, ha rivolto particolare attenzione alla didattica museale e alla valorizzazione culturale e turistica della città. Al suo attivo ha numerosissimi articoli, pubblicazioni e conferenze.

Andrea Savorelli è architetto, responsabile dell’Unità Team di Progettazione e Direzione Lavori Edilizia dell’Area Tecnica del Comune di Forlì. Numerosi i lavori di restauro da lui progettati e diretti che hanno coinvolto edifici, monumenti  e vestigia storico-artistiche sull’area comunale.