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Presentazione del restauro del monumento a Icaro

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L’avvio del progetto di pulitura della statua di Icaro – coordinato dal Fondo per la Cultura, realizzato grazie al lavoro gratuito di numerosi specialisti ed al sostegno economico di imprese e cittadini – testimonia l’attenzione dell’Amministrazione comunale per i monumenti e l’architettura cittadina, e più in generale per la storia della città.

Il progetto è perfettamente in linea anche con Atrium (sigla inglese che significa “Architettura dei regimi totalitari nella gestione dello spazio urbano”), un progetto finanziato con fondi europei volto a valorizzare l’architettura novecentesca che caratterizza parti importanti della nostra città. Forlì è, effettivamente, per gli amanti dell’architettura razionalista, un grande “museo a cielo aperto”, uno straordinario esempio di realizzazione di interventi architettonici appartenenti ad un periodo temporalmente limitato e collegati ad alcune delle correnti artistiche internazionali più importanti.

Una considerazione sull’architettura della città, però, non può prescindere da una riflessione forte, di tipo storico-critico sulla storia forlivese, italiana ed europea, nella consapevolezza che anche esempi architettonici molto rilevanti dal punto di vista della qualità necessitano, non di meno, di una contestualizzazione storica, di una lettura delle dinamiche politiche, sociali e culturali che hanno caratterizzato la prima metà del ‘900. Solo così possiamo vedere e capire perché l’esempio più significativo dell’architettura razionalista a Forlì, l’ex sede della GIL, riporti un giuramento sanguinario di fedeltà al regime fascista.

Allo stesso modo l’organizzazione dello spazio della città attorno al monumento ai Caduti era un segno di particolare attenzione verso l’esperienza bellica della prima guerra mondiale, la cui interpretazione in chiave nazionalista faceva parte dell’ideologia fascista. Possiamo continuare con gli esempi: i mosaici presenti nell’ex-collegio aeronautico ripercorrono in maniera esteticamente affascinante la storia del volo, ma al contempo sono stati concepiti per combinare il mito del volo con l’ideologia bellica e imperialista di Mussolini.  La stessa statua di Icaro, che domina Piazzale della Vittoria, fu ideata per esprimere la precisa volontà del regime di collegarsi ad alcuni miti, ritenuti utili alla sua auto-rappresentazione di potenza.

Il museo a cielo aperto, dunque, deve riconoscere prioritariamente questi aspetti assai controversi della storia della città, oltre a valorizzare le sue bellezze architettoniche. La premessa etica della libertà e lo sguardo critico possono orientare la fruizione di spazi che hanno caratterizzato – in maniera emblematica – un’ideologia totalitaria.

Il progetto Atrium, che vede il Comune di Forlì nel ruolo di capofila, ha la finalità di creare una “rotta culturale europea” che valorizzi l’architettura all’interno di un ragionamento critico e comparativo della storia, l’analisi dei traumi e delle violenze operati dai regimi totalitari, fascisti e comunisti, che hanno caratterizzato il ‘900 europeo.

Il messaggio che va trasmesso, soprattutto ai giovani, deve essere di piena consapevolezza di tutta la storia del Novecento di cui Forlì, per ragioni storiche particolari, funge da testimone  importante.  Le pietre, i palazzi e gli spazi delle nostre città fanno parte della nostra esperienza contemporanea e quotidiana. Usiamoli anche per tenere ben vivo il senso della storia novecentesca, una storia in cui dalla resistenza contro i regimi totalitari è emersa l’Europa della democrazia e della libertà, il valore più prezioso per ogni essere umano.

Mercoledì 27 giugno, alle ore 18,00, nel Salone Comunale di Forlì è stato presentato il progetto di restauro conservativo del monumento a Icaro a cura del Fondo per la Cultura di Forlì. Alla presentazione sono intervenuti il sindaco di Forlì Roberto Balzani, il progettista e direttore dei lavori architetto Andrea Savorelli, il presidente del Fondo per la Cultura di Forlì Paolo De Lorenzi e l’assessore alla cultura del Comune di Forlì Patrick Leech.