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Visita guidata al centro storico di Dovadola

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Ultimo aggiornamento:

Domenica 29 aprile, inizio alle ore 10,00, visita guidata al centro storico di Dovadola con il seguente itinerario: centro storico, Rocca dei Conti Guidi (solo esterno), Museo Benedetta Bianchi Porro, Oratorio di Sant’ Antonio e Abbazia di Sant’ Andrea (la Badia). Punto di ritrovo Piazza Battisti – Dovadola.

Condurrà la visita: Gianluca Brusi. Il termine della visita è previsto per le ore 12,00 circa. Svetta sul centro storico di Dovadola la Rocca dei Conti Guidi. Costruita su uno sperone roccioso che si protende sul fiume Montone, alta 30 metri, 47 sul livello stradale, la rocca è la parte meglio conservata del potente e antico Castello (VIII-IX secolo). Dopo essere appartenuta agli arcivescovi di Ravenna, agli abati di San Mercuriale di Forlì, ai monaci di San Benedetto in Alpe, entrò nei possedimenti dei conti Guidi che diedero vita al ramo di Dovadola della famiglia.

I Guidi si contraddistinsero per la loro appartenenza al guelfismo e per l’amicizia con Dante Alighieri. Da alcuni anni la Rocca è interessata da un imponente lavoro di recupero. Il palazzo in cui ha sede il Museo Fondazione Benedetta Bianchi Porro (Piazza Battisti), appartenne ad Antonio Ranieri Biscia (1780-1839), profondo conoscitore e studioso di 18 lingue e ambasciatore di Firenze in Egitto. La Fondazione Bianchi Porro, oltre a conservare un’ampia documentazione sulla vita di Benedetta, della quale è in corso il processo di beatificazione, raccoglie opere di grandi pittori e scultori, tra cui Annigoni e Messina.

L’Oratorio di Sant’Antonio e San Gennaro (via Tartagni Marvelli) è un pregevole esempio di architettura sacra settecentesca. Di lontana origine medievale, è collocato sotto la Rocca, dove sorgeva il nucleo più antico di Dovadola, la cosiddetta “Murata”. All’interno dei suoi originalissimi spazi sono ammirabili stucchi barocchi e aeree volute ornamentali. Sulla stessa via si trova la Casa dei marchesi Tartagni Marvelli, sede della nobile famiglia dovadolese.

L’Abbazia di Sant’Andrea (via Benedetta Bianchi Porro), collocata sopra il centro abitato, fu fondata nel XII secolo dai monaci cluniacensi. La chiesa presenta forme rinascimentali di ispirazione toscana, riconducibili alla fine del XV secolo. Restaurata tra il 1983 e il 1988, custodisce pregevoli opere pittoriche, nonché le spoglie della Venerabile Benedetta Bianchi Porro, racchiuse in un notevole sarcofago in bronzo, opera del maestro Angelo Biancini. Accanto all’abbazia si trova Villa Tassinari Blanc, che si segnala per il pregevole parco e per la presenza di una lapide a ricordo del passaggio di Giuseppe Garibaldi da Dovadola nel 1849.

La lista elettorale “L’alternativa per Dovadola” che candida per la carica di sindaco Gabriele Zelli e per quella di consiglieri comunali Kabir Canal, Fabio Cappelletti, Marco Carnaccini, Linda Casamenti, Chiara Mattielli e Romualdo Sansone, si impegna a valorizzare Dovadola e i paesi della Vallata del Montone come località turistiche. Paese di fondovalle, segnato dal corso sinuoso del fiume Montone che lo attraversa in ben due punti (dal latino duo vadora, ossia due guadi, ne deriverebbe infatti il nome), Dovadola fu luogo abitato sin dalla preistoria.

All’epoca medievale è riconducibile la sua struttura urbanistica. Tra alterne circostanze, la maggiore importanza del borgo si ebbe ai tempi dei conti Guidi (XI-XIV secolo). Dopo il tramonto dei Guidi, Dovadola passò direttamente sotto il dominio della Repubblica fiorentina e ne condivise le vicende storiche fino al 1923, anno in cui il suo territorio venne annesso alla provincia di Forlì.

La lista elettorale “L’alternativa per Dovadola” che candida per la carica di Sindaco Gabriele Zelli e per quella di consiglieri comunali Kabir Canal, Fabio Cappelletti, Marco Carnaccini, Linda Casamenti, Chiara Mattielli e Romualdo Sansone, si impegna a valorizzare Dovadola e i paesi della Vallata del Montone come località turistiche. Paese di fondovalle, segnato dal corso sinuoso del fiume Montone che lo attraversa in ben due punti (dal latino duo vadora, ossia due guadi, ne deriverebbe infatti il nome), Dovadola fu luogo abitato sin dalla preistoria.

All’epoca medievale è riconducibile la sua struttura urbanistica. Tra alterne circostanze, la maggiore importanza del borgo si ebbe ai tempi dei conti Guidi (XI-XIV secolo). Dopo il tramonto dei Guidi, Dovadola passò direttamente sotto il dominio della Repubblica fiorentina e ne condivise le vicende storiche fino al 1923, anno in cui il suo territorio venne annesso alla provincia di Forlì.