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Nel furor delle tempeste – puntata 2

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Ultimo aggiornamento:

Un grande vascello ondeggiava tumultuosamente su alte onde di cartapesta, vele strappate ed alberi spezzati si stagliavano nella semioscurità del palcoscenico, illuminati a tratti dal bagliore di fulmini, la pioggia cadeva violentemente. Il coro s’agitava angosciato sul proscenio, implorando il cielo di scongiurare il disastro, travolto anch’esso dagli elementi atmosferici nella tempesta di musica.

Ascolta: V. Bellini, Il Pirata – ATTO I, SCENA I

CORO
Ciel! Qual procella orribile
Terra sconvolge e mar!
I miseri a salvar
Vana è ogni cura.

EREMITA
Non disperate, o figli,
Non son perduti ancor:
V’ha un nume protettor
della sventura.

A quella vista Lorenzo provò un brivido intenso lungo la schiena ed ebbe la sensazione di non essere mai entrato in teatro. Era ancora là, per le strette strade del vecchio borgo, sotto la pioggia scrosciante, nel buio della notte, con la mente piena di orribili pensieri di vendetta ed in bocca l’amara delusione di sogni infranti. Era senza dubbio quella tempesta ad averlo riportato a Forlì, quel tumulto di passioni irrisolte che da molto tempo non gli concedeva tregua. Era egli stesso un vascello sull’orlo del naufragio.

La prima scena terminò tra i fragorosi applausi di un pubblico euforico. Lorenzo approfittò dell’entusiasmo collettivo per alzare di nuovo gli occhi intorno a sé, ma si rese subito conto che non avrebbe dovuto cercare a lungo.