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Ecco perchè si vota con la matita e non con la penna

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Perchè quando ci sono le votazioni le croci sui simboli dei partiti da votare non si segnano a penna? Non sarebbe più logico usare proprio la penna invece di una matita che in effetti appare poco appropriata nell’era dove in certi paesi vige addirittura il voto elettronico? Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo scoperto che i segni fatti con le “matitine” che ci consegnano per il voto sono incancellabili (o per meglio dire, siccome al suo interno non c’è solo grafite ma anche un colorante derivante dall’anilina, per cancellare il segno bisognerebbe abraderlo, ma la scheda nel caso sarebbe inutilizzabile).

Le matitine sono di proprietà dello Stato e pertanto chi se ne impossessa, anche distrattamente, può essere punito con una multa da 103 a 309 euro. Insomma non si può fare come all’Ikea dove in tanti ne fanno incetta. Il Presidente di un seggio è tenuto a custodirle, e deve restituirle in egual numero alla fine delle elezioni. Anche se una matita si consuma, il Presidente non può gettarla, ma deve riconsegnare il mozzicone.

I voti non espressi con la matita copiativa sono nulli. Tale sistema è stato adottato in tutte le tornate elettorali italiane fin dal referendum indetto per scegliere la monarchia o la Repubblica del 2 Giugno 1946. È preferibile alla penna perchè quest’ultima lascia un segno che può essere visto dall’altro lato della scheda. Oltretutto anche se sulla scheda il simbolo di un partito è nero, e magari l’elettore non fa una croce molto grande e risultasse quasi invisibile ad occhio nudo, con la matita copiativa lo si vede ugualmente in controluce (infatti ha un riflesso violaceo). La matita inoltre evita un altro problema: se si sovrappongono più schede quando si vota sulla prima non rimane il segno su quelle sottostanti.