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L’Alternativa per Dovadola e la visita alla Chiesa San Ruffillo

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Per conoscere più da vicino i luoghi di rilevanza storico-artistica di Dovadola, la lista “L’alternativa per Dovadola” organizza tre visite guidate. La prima avrà luogo sabato 21 aprile, alle ore 16,00, e sarà la visita guidata alla restaurata Chiesa di San Ruffillo. Il punto di ritrovo sarà nella Chiesa in via San Ruffillo 1 a Dovadola. Condurranno la visita: Carlo Giannelli e Foscolo Lombardi. Al termine (ore 17,30 circa) aperitivo.

Il complesso di Corte San Ruffillo ha origini antichissime. Nelle Ratio Decimarum del 1290 (il registro delle decime che venivano riscosse dallo Stato della Chiesa) questo luogo si chiamava “Plebis S. Rophilli”, era inserito all’interno della Diocesi di Forlimpopoli e pare sorgesse nel sito dell’antico castello dei Conti Guidi. La fondazione della Chiesa sarebbe datata intorno all’XI secolo, anche se la tradizione popolare fa risalire la casa canonica, la chiesa attigua, le cantine e i servizi annessi al periodo della predicazione di San Ruffillo Martire, vescovo di Forlimpopoli, morto a 90 anni nel 382 d.C.

Il restauro più noto risale al 1781. Fu Piero Leopoldo I a voler realizzare il recupero dell’intero complesso di San Ruffillo, a seguito del terremoto avvenuto proprio quell’anno. Piero Leopoldo I regnò come Granduca di Toscana dal 1766 al 1791 e fece ricostruire la Chiesa e la Canonica dall’architetto fiorentino Bernardo Fallani. In quell’epoca, infatti, la Corte si trovava nel territorio della Romagna Toscana. Ancora oggi sono visibili la cifra toscana nei portali e nelle cornici delle finestre in arenaria, su un fondo a intonaco tinteggiato.

Il nuovo volto del complesso, che lo ha reso così come gli ospiti possono ammirarlo, è frutto di un restauro iniziato nel 2008. L’intero complesso ha mantenuto la sua struttura originaria, attraverso il restauro conservativo, che ha voluto rispettare gli elementi tipologici e formali. La Corte è distribuita su 4 livelli, per un totale di 650 mq. Il complesso di San Ruffillo, tra interno ed esterno (tra edificato e corte di pertinenza) è oggi vincolato e protetto dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini.